Riceviamo e pubblichiamo -
E' auspicabile che le polemiche sul ricorso al Tar da parte del Comune di Viterbo in merito alla perimetrazione della riserva naturale dell'Arcionello siano sospese nei prossimi giorni 21 e 22 marzo, quando si terrà la Festa di primavera e si inizierà a discutere dell'assetto futuro del parco.
Questo non perché un discorso sull'edilizia viterbese e la cementificazione della periferia non debba essere fatto, ma non in questa occasione in cui tutto si risolverebbe nel concentrare l'attenzione su Pian di Cecciole, che è piccola parte rispetto a quanto si avrebbe intenzione di costruire a Viterbo nei prossimi anni.
D'altra parte, a mio avviso, i problemi essenziali del parco vanno ben oltre la disponibilità di Pian di Cecciole.
Di portata preliminare, a meno di non ridurre il funzionamento del parco alle sole passeggiate di qualche classe studentesca e qualche attività ricreativa all'aperto, è l'istaurazione di un rapporto cordiale e partecipativo con i proprietari delle aree private.
Fra queste aree la ex cava Anselmi e la vallata del fosso Luparo sono d'importanza fondamentale e non poterne disporre sarebbe pregiudizievole e limitativo per strutture e installazioni indispensabili.
E' bene pertanto non creare inutili motivi d'attrito con i detentori delle aree private i quali, chiudendo gli accessi, potrebbero precludere il transito di territori di grande interesse innescando una conflittualità che sarebbe quanto mai deleteria.
I giorni 21 e 22 siano pertanto dedicati alla conoscenza, all'organizzazione, alla progettualità di un parco dalle qualità eccezionali che debbono essere fruite al massimo e valorizzate.
Giuseppe Occhini