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Viterbo - Arcionello - Interviene Antonello Ricci
"Nessuno si illuda, il parco non è il suo perimetro"
Viterbo - 19 marzo 2009 - ore 1,00

Antonello Ricci
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- A mente serena.

Un vecchio maestro del buddismo giapponese ricorda spesso ai suoi discepoli che purtroppo è più facile sentirsi uniti nel male piuttosto che nel bene.

Non vorrei che le polemiche di questi giorni intorno alla questione del perimetro del parco dell'Arcionello ci convincessero a scambiare la pagliuzza con il trave. La luna con il dito.

Ne resto fermamente convinto: si tratta di polemiche dettate soprattutto da idee e culture molto diverse (a volte, temo, troppo diverse) sulle questioni cruciali del verde pubblico e dello sviluppo urbanistico. A dispetto di ciò che pensano in molti, politici e semplici cittadini, gli immancabili retroscena economico-speculativi restano di secondo piano e di secondaria importanza.

Tali polemiche però, al di là della buona volontà dei singoli, rischiano costantemente di impoverire il dibattito e di precipitare il parco di Viterbo nel tritacarne di mosse, malizie e contromosse di un gioco tutto politico delle parti.

Questa la pagliuzza. Mentre il trave è un altro. Non infiliamo la testa nella sabbia. Perché la politica cambi e si rinnovi davvero, me lo ricorda spesso Fabio Scalzini, serve dialogo: occorre mettere tutti intorno a un tavolo.

Ecco perché sabato prossimo, alle 11.00, presso l'Eremo della Palanzana, intorno al tavolo di presentazione del parco di Viterbo, insieme con Tolmino Piazzai, assessore all'ambiente della Provincia (ente gestore del parco), ci saranno proprio tutti.

Fra gli altri, a quanto ne so, forse anche l'assessore regionale all'ambiente Zaratti.

E Giuseppe Parroncini, che fu fra i primi a credere con tenacia e ostinazione nel sogno di un parco per Viterbo e che, insieme con Nando Gigli, è stato “ostetrico” dell'importantissima legge regionale varata nel dicembre scorso.

Ma ci saranno anche il sindaco Marini e il suo vicesindaco, il mio amico Marcello Meroi: dai quali nei giorni scorsi, abbiamo finalmente udito importanti e incondizionate parole di riconoscimento nei confronti dell'area protetta, come risorsa di assoluta importanza per il futuro della città. Ci saranno anche tanti altri, mi auguro. A portare il loro contributo d'idee e di progetti.

Perché nessuno si illuda che un parco è solo il suo perimetro o, peggio, la sua recinzione.

Un parco così sarebbe soltanto una sconfitta per tutti. Perché un parco esiste soltanto per l'entusiasmo e la concreta e costante azione culturale di chi lo percorre, lo anima, lo vive.

Proprio qui il vero grande risultato centrato da tutti coloro che al raggiungimento della legge regionale hanno dedicato cinque anni della loro vita, sacrificato qualche ora di sonno e qualche grado della loro vista, sperso al vento qualche fidanzamento o matrimonio...

Agli amanti della polemica a tutti i costi, invece, suggerisco di raggiungerci domenica mattina alle 11.30, al termine della passeggiata, presso la Cittadella delle Acque di fosso Luparo. Con gli amici di “Volgiti, che fai” reciteremo alcuni miei versetti arcionelleschi. Cose semplici, sarò sincero, ingenuità da ragazzini.

Non so neanche se chiamarle poesie. L'ultimo componimento, in particolare. Parla di battaglie. Vengano ad ascoltare, tutti coloro che sono tentati dalla polemica a oltranza. Quei versi parlano anche di loro. Anche di loro.

Antonello Ricci

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