:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
     
   


Viterbo - Il saluto del presidente Mazzoli all'l’iniziativa di Libera
“Ricordare e riflettere su tutte le vittime di mafia”
Viterbo - 21 marzo 2009 - ore 11,30

- Di seguito, il messaggio inviato dal presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime”, organizzata da Libera per non dimenticare i morti a causa della mafia. L'iniziativa si svolge oggi anche a Viterbo.

"Ricordare e riflettere su tutte le vittime di Mafia è un atto doveroso per la crescita collettiva e in particolar modo delle giovani generazioni.

Per questo sono convinto che l’iniziativa dell’associazione Libera sia non solo importante, ma anche da prendere come spunto per provare a migliorare la nostra società.

Purtroppo per altri impegni non posso essere presente a questa giornata ma confido che la partecipazione, specialmente degli studenti, sia numerosa e davvero sentita.

Le vittime italiane di mafia andrebbero tutte ricordate, sempre, perché ognuna ha perso la propria vita mentre combatteva con ogni mezzo un male che affligge l’Italia da troppo tempo.

Ne ricorderò uno su tutti, e non perché sia il più importante, ma perché era un ragazzo che con la sua passione e voglia di cambiare il mondo ha provato a sfidare le leggi mafiose che governavano il suo paese. Mi riferisco a Peppino Impastato, ucciso il 9 maggio del 1978.

Lo stesso giorno in cui fu assassinato il presidente della Dc Aldo Moro. Ricordo lui perché all’iniziativa di Libera saranno presenti tanti studenti.

Proprio quei ragazzi che oggi hanno la stessa età che Peppino aveva quando fu lasciato morto sui binari.

Peppino disse no. Disse no alla mafia e lo fece con tutti i mezzi che possiede un ragazzo: la fantasia. Inventò una radio per denunciare i soprusi, le ingiustizie. Fece manifestazioni pubbliche per mostrare a tutti cosa accadeva. E tanto altro ancora.

Come lui ce ne sono stati tanti altri. I giudici Falcone e Borsellino. Nomi che non vanno mai dimenticati perché ancora oggi insegnano che per esser uomini occorre coraggio e voglia di cambiare".


Copyright 2008 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564