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A Roma il meeting dei popolari liberali alla fondazione del Pdl
Sette rappresentanti viterbesi alla riunione dei delegati nazionali
Viterbo - 23 marzo 2009 - ore 18,30

- Si è appena concluso presso la sede della Confcooperative di via Torino, 146 Roma, il meeting dei 250 delegati nazionali dei Popolari Liberali alla fondazione del Pdl, che ha visto anche la presenza dei 7 rappresentanti per la Provincia di Viterbo, primo fra tutti il coordinatore regionale del Lazio del movimento di Giovanardi, Candido Socciarelli.

“Nel momento in cui è nata l’idea del Pdl - ha detto Socciarelli - i Popolari Liberali hanno confermato la loro collocazione nel centrodestra, non seguendo gli onorevoli Casini e Follini sulla strada della creazione di una terza forza fra centrodestra e centrosinistra.
Questa componente di ispirazione Sturziana e Degasperiana trova la sua naturale collocazione in quel partito democratico, popolare, di ispirazione cristiana, costola italiana del Partito popolare europeo che vuole essere il Pdl, accanto alla destra democratica e forza italia, con pari dignità per le sensibilità che interpreta in un paese dalle profonde radici cristiane".

Socciarelli, nel suo intervento in assemblea, ha ribadito anche la necessità che al momento della formazione effettiva del Pdl il movimento dei Popolari Liberali nel Popolo della Libertà dovrà costituire un’omonima fondazione, similmente a quanto sta accadendo e accadrà per altre componenti del Pdl.

Durante la riunione nazionale di Roma, è stato in buona sostanza confermato che alla base del Pdl ci saranno i valori fondamentali del movimento di Giovanardi, così come anche ribadito dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel corso di un collegamento telefonico con il convegno organizzato a Napoli dai Popolari Liberali nel Pdl.

“Anche io credo fermamente nei valori dei popolari liberali - ha detto Berlusconi - non dimentichiamo che ai cattolici liberali dobbiamo la libertà, la democrazia del nostro Paese e la grande esperienza della Dc di Sturzo e di De Gasperi, perno e base della nostra democrazia e liberta”.

Berlusconi ricorda con orgoglio quando da giovane ha “attaccato i manifesti della Dc nella campagna fondamentale del '48 quando i cattolici, insieme alle altre forze democratiche, salvarono il Paese dal comunismo”.

“Quando nel '94 abbiamo rischiato nuovamente una deriva antidemocratica - ha concluso Berlusconi - sono sempre stati i cattolici liberali, insieme alle forze laiche e riformiste a evitare il pericolo di un futuro illiberale che ci minacciava”.

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