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Viterbo - Migrazione dei malati verso gli ospedali del nord - Venanzi (Fials) scrive a Marrazzo
"Speriamo che la Freccia rossa non diventi un treno bianco!"
Viterbo - 25 marzo 2009 - ore 14,00

Riceviamo e pubblichiamo - Presidente Marrazzo, dopo aver letto della sua soddisfazione per l’inaugurazione della “Freccia rossa”, ho provato un sentimento di grande perplessità, in quanto mi è sembrato a dir poco inconsueto che Lei abbia detto “…finalmente più vicini alla Lombardia”, come se Garibaldi e altri eroici personaggi della storia d’ Italia non avessero realizzato nulla a tale scopo.

Tornando ai fatti inerenti la Sanità del Lazio, speriamo che la “Freccia Rossa” non diventi una specie di “treno bianco” a causa della continua migrazione dei nostri malati verso gli ospedali del nord Italia, un triste fenomeno, questo, aggravatosi dopo le recenti disposizioni regionali che hanno portato al taglio indiscriminato di “posti letto”, specialmente per acuti.

Uso il termine “indiscriminato” per il fatto che non si è tenuto conto delle necessità territoriali fuori Roma e che, con colpevole superficialità, si è deciso anche di sospendere la specialistica per le “liste d’attesa”, ingigantendo le criticità sanitarie già rese visibili con il “barella day” e con la rivolta dei pazienti del san Giovanni.

Sono pienamente convinto che un maggiore controllo della spesa sanitaria, oggi più che mai, resta un “fatto dovuto” però, il mio giudizio sulla serie di provvedimenti restrittivi, abbattutisi come una mannaia nella Sanità di Viterbo e Provincia, è fortemente critico.

Ma sono comunque aperto a una speranza, che è quella di un suo proposito di collaborazione con le istituzioni preposte, per una nuova fase di progettazione che possa restituire al nostro territorio i servizi e i posti letto necessari.

Vorrei tanto che questo modello, poi, potesse rappresentare uno schema di intervento sanitario capace anche di restituire serenità e dignità agli operatori, sempre più alle prese con restrizioni economiche del tutto ingiustificate e fuori da ogni logica contrattuale.

Detto ciò, torniamo a chiederLe un tavolo di confronto aperto tra organizzazioni sindacali, parte datoriale e rappresentanza del mondo politico per ridisegnare una Sanità del Lazio che risponda alle sacrosante esigenze dei cittadini e non a freddi calcoli di risparmio economico, magari iniziando con il ripristino del servizio di primo soccorso alcologico, presso la Casa di Cura Villa Rosa che, sul piano preventivo e curativo, stava già consegnando ottime soluzioni.

Distinti saluti.

Paolo Venanzi
Segretario aziendale della Fials

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