:::::    
Logo TusciaWeb
Archivi | Mailing | Contatti | Primo | Provincia | Civitavecchia | Lazio | Sport | Flash | Forum |Dossier | TusciawebTV | Velina | Nonsololibri
     
   


Viterbo - Ieri a Palazzo Gentili insieme all’assessore Rizzello e ai professori D’Auria e Ridolfi
Emilio Gentile presenta la nuova edizione di "La via italiana al totalitarimo"
Viterbo - 27 marzo 2009 - ore 12,45

Antonio Rizzello, assessore provinciale ai Lavori pubblici
Copyright Tusciaweb
- Emilio Gentili, Elio D’Auria e Maurizio Ridolfi insieme per discutere di Fascismo.

Non tre nomi qualunque ma quelli del più grande intellettuale sul tema, e di due professori dell’Università della Tuscia che continuano a scavare nella storia recente dell’Italia.

L’occasione della discussione è stata la presentazione a Palazzo Gentili del libro di Emilio Gentile “La via italiana al totalitarismo. Il partito e lo stato nel regime fascista”.

All’incontro, che si è tenuto ieri 26 marzo nella sala conferenze della Provincia, ha partecipato anche l’assessore Antonio Rizzello che ha presentato l’iniziativa.

“E’ un onore per noi avere qui Emilio Gentile – ha detto l’assessore Rizzello – per la presentazione del suo ultimo libro edito da Carocci. E soprattutto è una grande occasione per porre l’accento su alcune questioni fondamentali e attuali ancora oggi. Perché il totalitarismo per essere definitivamente archiviato dalla storia deve essere compreso in tutte le sue spigolature per evitare che qualche sua forma possa di nuova presentarsi. Perché potrebbe diventare troppo facile superare quella sottile linea di discrimine e far diventare patologico il rapporto di fiducia tra rappresentato e rappresentante”.

L’illustrazione dei tratti salienti del libro di Emilio Gentili è stata affidata a Elio D’Auria, docente dell’Università della Tuscia e Maurizio Ridolfi presidente della facoltà di Scienze politiche dell’ateneo Viterbese.

“Emilio Gentile in questa nuova e accresciuta edizione de La via italiana al totalitarismo – hanno spiegato - affronta la questione e ne da un’ampia definizione non solo di totalitarismo ma se e come il regime fascista sia stato totalitario. Gentile, documenti alla mano, definisce quello italiano un ‘cesarismo totalitario’ per tre ordini di ragioni: l’individuazione del mito e di un capo carismatico e l’organizzazione. Tutto questo però è stato possibile perché per la prima volta viene coinvolta la massa, che partecipa attivamente alla vita politica del paese. Il fascismo grazie a queste elementi diventa un fenomeno unico, sacralizza la politica e entra nelle coscienze delle masse”.

La parola è poi passata a Emilio Gentile. “Ho impiegato quasi trent’anni per formulare la definizione di totalitarismo. Ripartendo dai documenti, dalla storia e dall’analisi e dalle teorie. E’ il ruolo di uno storico quello di insistere e cercare. Purtroppo per anni tutta la storiografia è stata influenzata dalla definizione della studiosa Hanna Arendt che tra i totalitarismo non inserisce quello italiano. Per dimostrare che si sbagliava sono ripartito dal termine totalitarismo e ricostruito la storia e questo perché i nomi non nascono dalle cose. Quello del totalitarismo è un problema decisivo per capire il Novecento”.

Affrontare il tema del totalitarismo fascista è importante anche per capire l’oggi. “Dobbiamo toglierci l’idea – continua Gentile - che il fascismo nel 1943 si sia sciolto come neve al sole. Questo non solo non è vero ma è stato dannoso perché, colpa di fascisti e antifascisti, ha finito col farlo diventare una macchietta. Purtroppo ancora oggi prevale la tendenza a caricaturizzare il fascismo, liquidato come regime da operetta oppure far finta che non sia mai esistito. E conseguenza di questo atteggiamento fu la rimozione”.

E alla domanda: “Pensa che la nostra democrazia possa essere vittima di nuovi totalitarismi?. Risponde così: “Una dittatura non sarebbe possibile, ma purtroppo la nostra democrazia sta sempre più diventando recitativa”.

Copyright 2009 TusciaWeb - Chi siamo - pi: 01829050564