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Lettere al direttore - Legge sul fine vita - Interviene il giornalista Beniamino Mechelli
"E' tempo di resistenza democratica"
Viterbo - 27 marzo 2009 - ore 1,40

Riceviamo e pubblichiamo - Caro Carlo,

il Parlamento Italiano, mai "grigio e sordo" come in questi giorni, sta approvando una cosiddetta legge sul fine vita cinica, violenta e, per chi ha fede, anche blasfema.

La legge, infatti, espropria i cittadini di una libertà garantita dalla Costituzione: cioè quella di decidere se accettare o meno le terapie che gli vengono prescritte, anche se finalizzate esclusivamente a perpetuare a tempo indeterminato atroci sofferenze e umiliazioni.

Non sto qui a ricordare quanto accaduto per Eleana Englaro.

Mi limito a dire che questa, più di ogni altra, è una legge da Stato etico, per sua natura violento e coercitivo.

Ritengo quindi che non ci sia altra strada da percorrere che organizzare una resistenza democratica per abolire un'orma che ricorda da vicino le pratiche eugenetiche: mantenere in vita una persona oltre la vita stessa.

Una resistenza democratica che trovi da subito forma e sostanza nella costituzione di un comitato referendario per l'abolizione di alcune parti della legge in via di approvazione, in particolare quelle che, al di là delle elucubrazioni dei proponenti, rendono obbligatori i trattamenti sanitari.

Approfitto della tua ospitalità per lanciare un appello a tutti i viterbesi di buona volontà affinché si mobilitino immediatamente, a dibattito parlamentare ancora in corso, per organizzare un movimento democratico che si opponga all'instaurazione di uno Stato etico.

Propongo infine di autoconvocare un'assemblea pubblica all'inizio della prossima settimana per porre le basi della costituzione del comitato referendario.

Beniamino Mechelli

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