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Viterbo - I dipendenti ai sindaci: "Cominciate a fare il vostro mestiere"
"Talete, è ora di smetterla con la farsa politica"
Viterbo - 27 marzo 2009 - ore 16,30

Riceviamo e pubblichiamo - La riforma del servizio idrico integrato, se pure a rilento, sta inducendo cambiamenti profondi in un settore finora caratterizzato da una presenza quasi esclusiva di operatori organizzati su base locale.

I sindaci, come amministratori e soci di Talete, come amministratori dell’Ato, dovrebbero aver capito che se, nei prossimi mesi, giorni, ore, questo progetto di aggregazione di cui si sono riempite troppe pagine di cattiva politica, non venisse attuato, si precipiterebbe nel caos gestionale con il rischio occupazionale di centinaia di lavoratori e le loro famiglie.

Ci auguriamo che gli amministratori pubblici optino per quelle scelte che trasformino in veramente “ottimale” un servizio rispondente alla pubblica utilità. Basta pensare a cosa sta succedendo con l’inquinamento da arsenico.

Quali forze hanno i singoli Comuni per risolvere i problemi di potabilità dell’acqua o di inquinamento delle falde?

Questi problemi non si risolvono in qualche settimana, difendendo interessi di “campanile” guardando con miopia al territorio comunale, ma ci vogliono anni o addirittura decenni di programmazione e finanziamenti adeguati.

In un passato anche recente si sono infrante e disattese quasi tutte le leggi del settore idrico e ambientale, basti pensare a quanti Comuni hanno impianti di fognatura e depurazione delle acque a norma.

Dove sono finite tutte le aspettative con cui è nata Talete, quale società di gestione interamente pubblica a difesa dell’interesse dei cittadini?

Se l’esperienza fino a qui scelta e voluta da 60 sindaci su 61 dovesse fallire, cosa sarà del futuro di una risorsa che dovrebbe essere salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà?

La responsabilità fino a oggi è stata dimostrata solo dai lavoratori, che hanno operato, garantendo il servizio, se pur in situazioni di estrema precarietà, con la pressione psicologica del teatrino politico e con l’incertezza dello stipendio a fine mese.

I lavoratori di Talete chiedono certezze occupazionali e la possibilità di continuare a garantire un servizio “ottimale” al soggetto principale del servizio pubblico, il cittadino.

Si usi il buon senso e capacità amministrative senza che ci sia bisogno da parte di tutti i dipendenti del servizio idrico integrato, della sgradevole necessità di mettere in atto azioni di lotta “esasperate”, che non fanno parte della nostra storia di sindacati aziendali, considerando che le organizzazioni sindacali hanno condiviso e difeso fin dall’inizio il progetto Talete.

E’ ora di smetterla con la farsa politica.
E’ ora che i sindaci facciano il mestiere per cui sono stati eletti: gli amministratori.

Alessandroni Alfiero
Espositi Sergio
Marchetti Roberto
Rsu - Aziendale Talete

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