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Viterbo - Gli studenti dell'Itc Dalla Chiesa ringraziano la Provincia per l'esperienza
"Grazie per averci dato la possibilità di vedere Auschwitz"
Viterbo - 28 marzo 2009 - ore 13,30

- Grande emozione e coinvolgimento per gli studenti Fabrizio Paziani, Mario Saraca, Edoardo Spagnoli, Marco Zannone, dell’Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Geometri “C .A. Dalla Chiesa” di Montefiascone,vincitori del concorso “Memorie per la pace”, promosso dall’Amministrazione Provinciale, che insieme all’insegnante referente, prof.ssa Alberta Tortolini, hanno partecipato dal 18 al 21 marzo al “Viaggio della Memoria” ad Auschwitz e Cracovia.

Il viaggio è stato particolarmente commovente: vedere Auschwitz cambia il modo di pensare, quello che lì si vede rimane dentro come un macigno. Il silenzio di quei luoghi odora ancora di morte, le mura conservano ancora un sentore nefasto: qualsiasi immagine si possa vedere o qualsiasi libro si possa leggere, non trasmetteranno mai le sensazioni che lì si provano: il pensiero va a quei disperati, uomini, donne, vecchi, bambini, neonati, il cui grido di dolore deve avere un eco di pietà e di ribellione in tutti i cuori affinché nulla di simile si verifichi ancora e per questo, per quanto è e sarà possibile, ci si deve impegnare per diventare costruttori di pace.

Gratitudine al presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli, all’assessore alla Pace, Giuseppe Picchiarelli e all’assessore all’Istruzione, Aldo Fabbrini che hanno permesso di vivere questa intensa esperienza, perché la pace si costruisce con la conoscenza e questa esperienza sarà ormai parte della vita di chi l’ha vissuta.

Emozionante e toccante l’incontro con Piero Terracini che a Bircknau - luogo per lui di infinite sofferenze, - ha fatto rivivere la tragedia, da lui vissuta quando aveva 15 anni e che lo ha accompagnato per tutta la vita: il suo racconto, fatto con voce pacata e rotta dall’emozione sarà per sempre nei cuori di chi ha ascoltato e monito contro gli echi di intolleranza che si levano tuttora contro le minoranze etniche e religiose.

Primo Levi ha scritto: “Forse, quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi, non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre. Per questo, meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti”.

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