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Viterbo - Inchiesta della procura - I fatti risalgono alla vecchia gestione - Tra gli indagati il dirigente Fabio Micio
Manutenzione ascensori Asl, quattro avvisi di garanzia
Viterbo - 2 marzo 2009 - ore 1,30

Uno degli ospedali della Asl
- Inchiesta sulla manutenzione degli ascensori della Asl, indagati Fabio Micio e Maurizio Conte.

I reati contestati sono abuso d'ufficio, falso ideologico in atti pubblici, frode nelle pubbliche forniture.

I reati sono contestati nell'avviso di garanzia e di fine indagini preliminari notificato a Micio, ex dirigente dell'Unità operativa immobili e tecnologie della Asl di Viterbo, e al funzionario Conte.

Le indagini del pm Renzo Petroselli riguardano un appalto di manutenzione degli ascensori di tutti gli ospedali della provincia, escluso Belcolle, stipulato nel maggio 2002 sotto la gestione Asl di Bruno Cisbani.

I fatti riguardano il periodo di tempo che va dal 2003 al 2004.

Secondo quanto sostenuto dall'accusa, Micio avrebbe provocato alla casse dall'Azienda sanitaria locale un danno economico superiore ai centomila euro, avendo modificato il contratto a favore dell'azienda appaltatrice e non avendo verificato la mancata esecuzione dei lavori di manutenzione degli ascensori da parte della ditta.

L'inchiesta nasce da una denuncia presentata dall'attuale direttore generale Giuseppe Aloisio nel marzo 2008.

Le indagini furono condotte dalla Guardia di Finanza. La vicenda risale al 2002 quando la ditta Aram di Ponte San Giovanni in Umbria si era aggiudica l'appalto di manutenzione degli ascensori della Asl.

Inizialmente il contratto con l'Aram prevedeva il pagamento da parte della Asl di poco più di 92mila euro l'anno per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Micio aveva il ruolo di responsabile unico del procedimento e a Conte era affidata la direzione dei lavori.

Dal 2003 il contratto con la Aram viene modificato diventando più discrezionale e, secondo l'accusa, a favore dell'azienda appaltatrice.

Oltre al danno economico per la Asl, ci sarebbe anche altro.

Dalle verifiche fatte dal presidio multizonale di prevenzione settore impianti antinfortunistico della Asl, sarebbe infatti emersa l'inadeguatezza della manutenzione. Ci sarebbero stati addirittura casi di utenti rimasti chiusi negli ascensori.

E poteva anche andare peggio, se è vero che non sarebbero state mai cambiate le funi di trazione e che non sarebbero state registrate le porte a piano e le cabine.

Indagati, con i due funzionari della Asl, anche Roberto Proietti e Alberto Rinaldi, il primo legale rappresentante della Aram e il secondo socio e vicepresidente. Con l'accusa, tra l'altro, di non aver adempiuto al contratto di pubblica fornitura per la manutenzione degli ascensori, omettendo di eseguire verifiche periodiche per manutenzioni ordinarie, riparazioni, sostituzioni dei pezzi necessari.

Come dire che secondo l'accusa per un periodo gli ascensori della Asl sono stati a dir poco pericolosi.

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