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Viterbo - Si è svolto a Montefiascone la 34esima assemblea provinciale
Avis, la Tuscia si distingue
Viterbo - 30 marzo 2009 - ore 18,00

- Un profondo, sentito ringraziamento ai donatori della provincia che, con la loro generosità, consentono il mantenimento di elevati standard di prelievo e, soprattutto, la piena copertura dei bisogni sanitari della popolazione. È questo il motivo ricorrente dei numerosi interventi pronunciati dai delegati della 34a assemblea provinciale dell’Avis di Viterbo che si è tenuta sabato scorso (28 marzo) a Montefiascone.

I lavori si sono svolti all’insegna dello spirito autenticamente avisino: un confronto amichevole e produttivo, supportato dagli importanti risultati di natura associativa e donazionale conseguiti, non solo di carattere quantitativo, ma anche sul piano della qualità.

Lo stesso discorso può essere fatto per la gestione economica che, così come è stato evidenziato nella mozione finale, ha responsabilmente accompagnato difficili situazioni temporanee, affrontate e superate sempre con l’obiettivo di privilegiare in primo luogo le esigenze economiche delle sezioni.

I delegati provinciali dell’Avis hanno, inoltre, formulato l’auspicio di una continuità di spirito e di operatività nella gestione dell’associazione, all’insegna dell’ammodernamento e della predisposizione al ricambio generazionale a tutti i livelli dirigenziali. Integrando, in questo modo, la preziosa esperienza maturata con la freschezza e l’entusiasmo di nuove giovani leve e auspicando l’utilizzo delle moderne risorse tecnologiche.

Questo, in sintesi, è anche il cammino tracciato per l’associazione dal presidente provinciale dell’Avis, Renato Leoncini, nella sua relazione all’assemblea.

“Noi – ha detto Leoncini - sappiamo come vivere il vero volontariato. Oggi nella nostra provincia abbiamo un gran tesoro da difendere e da custodire: la solidarietà.

Noi sappiamo dare senza ricevere, dare senza interesse, dare agli altri che hanno bisogno. I dati dell’attività dell’Avis di Viterbo ovviamente rispecchiano una situazione positiva. Sicuramente sono i migliori della regione e ci permettono di paragonare la nostra Avis alle grandi sezioni del Nord Italia che vantano coefficienti di prelevamento intorno al cinque per cento”.

Leoncini, inoltre, ha posto l’accento su quanto il movimento dei donatori di sangue della Tuscia abbia iniziato con successo un processo di lettura moderna del volontariato, avendo fatto i primi passi per traghettare l’associazione in una società che chiede innovazione e nuovi protocolli gestionali.

E, infine, un cenno alla programmazione. “Dobbiamo, sempre di più, guardare con attenzione ai giovani – ha ricordato Leoncini - e ai cambiamenti dovuti alla crescente immigrazione.

Il nostro interesse deve essere indirizzato anche verso i grandi aggregati: scuole e università. I vecchi presidenti hanno, poi, l’obbligo di preparare la classe che dovrà gestire il futuro, devono fare scuola, come il maestro con l’apprendista, cosicché, nel momento in cui lasceranno, si potrà trovare qualcuno che raccolga il testimone e che sappia andare avanti.

Tutto quello che abbiamo fatto sarà ricordato solo se durerà nel tempo, sarà ricordato se la nostra missione di assistenza al malato sarà costante negli anni che verranno e se mai nessuno dovrà attendere per avere un flacone di sangue”.

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