Riceviamo e pubblichiamo - Da anni stiamo sostenendo di voler discutere nel merito obiettivi e metodologie dei progetti finanziati dal Fondo europeo per le politiche del lavoro.
Da anni sosteniamo che accedere ai fondi europei per il potenziamento dei servizi per l’impiego non è sufficiente, che bisogna saperli spendere bene e rendere stabili gli eventuali risultati raggiunti.
Assistiamo da anni, con giunte di destra e sinistra, a un progetto finanziato con il Fondo sociale europeo che ha consentito la crescita esponenziale di un precariato spesso svincolato dalle attività dei servizi per l’impiego, utilizzato spesso per la preparazione e la partecipazione a convegni autoreferenziali a uso e consumo della politica.
Oppure all’avvio di servizi incapaci di stare stabilmente in piedi ma utili a essere inseriti negli elenchi del materiale pubblicitario prodotto a tonnellate e giacente negli uffici.
In ogni caso sono state avviate iniziative il cui risultato è stato autovalutato senza alcun riscontro degli utenti (clienti come più “modernamente” si definiscono) e dei lavoratori interessati.
Con delibera n. 24 del 10/02/09 la giunta provinciale ha dato il via libera al progetto “servizi per il lavoro: adattabilità, occupabilità, e inclusione sociale”.
A nulla è valsa la richiesta dei sindacati, dei lavoratori, di alcuni responsabili di discutere nel merito il progetto, gli obiettivi, la distribuzione delle risorse.
L’amministrazione in modo arrogante prosegue a gestire il progetto del Fondo sociale Europeo in completa solitudine, avvalendosi di qualche parere del consulente di turno ma non confrontandosi assolutamente con i destinatari di tali scelte.
Un progetto che negli anni ripete le stesse cose, incapace di intervenire nelle politiche del lavoro perché indifferente alle sollecitazioni e al confronto con l’esterno.
In tema di valutazione di risultati sarebbe interessante confrontarci pubblicamente sugli apporti forniti dal progetto in termini di occupabilità, occupazione, qualità dei servizi a fronte dei costi sostenuti.
A tale proposito, il nostro è un giudizio di efficacia, non di legittimità.
Rimane però una domanda: perché questa ostilità a discutere in modo trasparente del progetto in questione?
Sergio De Paola
Coordinamento Rdb