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Tarquinia - Il sindaco Mazzola risponde a Enrico Mezzetti
"Emergenza Rom, facile fare il Don Chisciotte"
Viterbo - 6 marzo 2009 - ore 17,00

- «Non mi sarei preso la briga di rispondere, come peraltro non ho fatto ad altri pretestuosi attacchi, se non in nome della notevole stima che ho sempre avuto nei tuoi confronti».

Così il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola risponde a Enrico Mezzetti.

«Mi ha stupito oltre misura sentirti fare certe demagogiche osservazioni che cavalcano l’onda del buonismo e del “contro tutti”, ignorando che il nodo di tutto non è certo il razzismo ma il buon senso e la sicurezza. - prosegue il primo cittadino -. Sono basito che il dito non sia puntato contro questo governo che, esattamente come sottolinei tu, è già artefice di grandi aggressioni nei confronti di questo territorio.

Sono a dir poco costernato che il sindaco di Roma Gianni Alemanno, unitamente al ministro dell’Interno Roberto Maroni, abbia deciso di trattare i rom come merci da spedire lontano da lui, contro la loro stessa volontà.

Inoltre non riesco proprio a capire perché mandarli fuori provincia e proprio qua, in una città che non ha gli strumenti necessari per far fronte ad una situazione veramente complessa».

«Facile e nobilitante fare il Don Chisciotte. Scomodo e difficile stare coi piedi per terra, garantire sicurezza, igiene, logistica, servizi essenziali, scuole, cure mediche e lavoro, tanto per citare solo i problemi più gravi - conclude -. E tutto senza neanche arrivare a considerare il loro status di stranieri che, contraddicimi, se puoi, presentano palesi difficoltà di integrazione. Ho rischiato l’accusa di isteria e di xenofobia, ma non me la sento né di rendere difficile la vita ai miei concittadini né di chiudere in un lager i nomadi di Roma. Comunque non nascondo la speranza di ritrovare in te la persona che conoscevo: il valido professionista e il politico serio, non demagogico, con il giusto senso della realtà e della consapevolezza.

La politica migliore non può essere quella dello slogan o delle proposte irreali. Questa lasciamola a Silvio Berlusconi».

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