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Civitavecchia - Protesta la Uilpenitenziari
Detenuto aggredisce due agenti
Viterbo - 8 marzo 2009 - ore 13,00

Il carcere di Civitavecchia
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Riceviamo e pubblichiamo - Ieri pomeriggio un detenuto ricoverato all'ospedale San Paolo di Civitavecchia mentre si trovava nella cella di sicurezza a colloquio con la madre e la sorella ha aggredito gli agenti in servizio.

Il raptus è continuato e raggiunti dai rinforzi gli agenti di polizia penitenziaria hanno riportato latranquillità bloccando l'uomo dopo più di un'ora di tentativi. Gli agenti hanno riportato ferite lievi e molto spavento.

“Il fatto accaduto - dichiara il coordinatore Uilpenitenziari provinciale di Roma Marco
Rasicci- è un esempio di quanto accade oggi nelle carceri del Lazio.

Solamente pochi mesi fa la Uilpenitenziari aveva denunciato aggressioni nei confronti di agenti nelle carceri di Civitavecchia, Regina coeli, Frosinone ecc., senza però che le autorità preposte abbiano attivato indagini a tutela degli aggrediti.

Diversamente si levano scudi a favore dei detenuti quando a questi sono necessari le maniere forti per fermare le loro aggressioni e su questo la Uil esprime totale solidarietà al personale di polizia penitenziaria abbandonato dall'amministrazione penitenziaria e dai vertici governativi.

Servono strutture per gestire detenuti da ricoverare e altrettanti agenti per la loro sorveglianza ecustodia.

Ribadiamo la necessità che l'amministrazione penitenziaria si attivi per avviare una commissione che faccia luce sui fatti accaduti presso l'ospedale di Civitavecchia, perché il personale non paghi in le inefficienze di chi è demandato a garantire la loro incolumità.

Nel frattempo annunciamo che chiederemo un incontro con il provveditore regionale Lazio Angelo Zaccagnino perché spieghi una volta per tutte quali sono i provvedimenti che intende adottare per la gestione di detenuti ricoverati al di fuori dei reparti ospedalieri protetti diRoma e Viterbo.

Nell'attesa annunciamo che attiveremo tutte le forme di protesta consentite per far terminare questagrave condizione di lavoro”.

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