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Crisi sì, crisi no - ll corsivo di Bruno
Ma Berlusconi si è accorto della crisi?
di Severo Bruno
Viterbo - 9 marzo 2009 - ore 1,30

Severo Bruno
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- Ma per il governo esiste la crisi?

La Regione Lazio ha varato, con l'opposizione di An e l'astensione di Fi e Udc, una legge sul reddito minimo garantito che dà diritto a chi è restato senza lavoro, e non ha un reddito familiare superiore agli 800 euro annui, un assegno mensile di 580 euro, che si prevede in arrivo tra un paio di mesi.

Naturalmente si tratta di una somma modesta ma decorosa, che è un primo aiuto in attesa di tempi migliori, ben diversa dai 40 euro della social card del governo, strombazzata ai quattro venti.

La giunta regionale ha dimostrato nell'occasione una sensibilità sociale ed una apertura davve ro encomiabili, ponendosi decisamente dalla parte dei cittadini.

L'assegno di disoccupazione era stato richiesto dal segretario del Pd Franceschini, con un emendamento alla legge finanziaria, quale misura anticongiunturale valida per tutto il paese, trovando una netta ed ingiusticata opposizione da parte del governo.

Ma a che cosa è dovuta tanta lontananza di posizioni e di impostazione? La crisi c'è o non c'è?

Il governo non perde occasione per diffondere interpretazioni ottimistiche ed analisi riduttive delle notizie allarmanti che si susseguono.

Cominciò a luglio il ministro del tesoro, il cosiddetto Robin Hood dei ricchi, con la detassazione degli straordinari gabellata come misura di sostegno malgrado fosse rivolta ad un mondo di senza lavoro; continuò il Presidente del Consiglio con l'appello a consumare e spendere, rivolto a chi già non arrivava con lo stipendio alla terza settimana del mese.

A chi si deve credere? In giro per alcuni negozi del centro di Roma, Berlusconi ha detto di aver visto negozi pieni e tanta gente intenta a comprare, quindi il messaggio è che la crisi non è grave come la si vuol far apparire.

Quindi gli amici commercianti costretti a chiudere, o a licenziare o a non acquistare merce, sono stati sprovveduti o male informati. O sono quelli che credono a tali baggianate a non capire nulla?

Ma anche da altri segni si può capire che la crisi è drammatica. Ad esempio, sono iniziati i fuochi artificiali degli annunzi di provvedimenti di spese senza copertura, a cominciare dal ponte sullo stretto, dai lavori autostradali, dal Mose di Venezia ecc..., i cui primi effetti, se davvero saranno varati e finanziati, non si vedrebbero non prima di due o tre anni. Come se per la malattia di oggi, il medico ci prescrivesse una medicina con effetto tra due o tre anni.

Lasciamo la propaganda agli specialisti, ma pretendiamo dai nostri governanti provvedimenti concreti a effetto immediato, come il provvedimento della regione Lazio, non solo promesse e sogni che lasciano i cittadini negli stessi guai in cui si trovano.

Anche la storia degli effetti positivi derivanti dalla negazione della realtà e della evidenza dei dati negativi, non regge più di tanto perchè l'incoraggia mento al consumo durante una carestia aumenta il danno con l'impreparazione e la sottovalutazione degli effetti.

Il mondo della pubblicità conosce bene l'argomento, se dipinge continuamente di rosa tutto il nostro modo di vivere e di pensare; sa altrettanto bene, però, che elemento fondamentale di ogni campagna promozionale è la credibilità di colui o coloro che suggeriscono o testimoniano.

Il governo e la maggioranza che lo sostiene hanno commesso un grave errore a non accogliere il suggerimento del segretario Franceschini.

Bocciare con tanta sicumera l'idea di un aiuto urgente quale l'assegno di disoccupazione, non è stato certamente utile alla credibilità di un governo che dice di preoccuparsi del bene comune, specialmente alla vigilia di annunci di interventi mirabolanti ad effetto decennale.

Così come non è stato certamente utile allo stesso fine varare le controverse ronde fai-da-te e tagliare contemporaneamente miliardi di finanziamenti alle forze di polizia, o aver promesso il ponte sullo stretto come incentivo alla ripresa del sud e procedere, contemporaneamente all'annuncio, al sequestro ed al dirottamento dei miliardi dei fondi europei destinati al sud.

Dai nostri governanti pretendiamo che intervengano subito, che informino fedelmente i cittadini senza propaganda e censura, e che studino, se ne sono capaci, misure ad effetto immediato, immediati come le urgenze e le necessità che sopravvengono.

Per i governanti non vale nemmeno darsi sostegno tra loro nei teatrini recitati a beneficio della stampa credulona, né tentare di rafforzare quel che si dice gesticolando senza misura, né esagerare con le promesse ed i miraggi: ad un disoccupato non importa sapere quel che accadrà, forse, tra cinque anni, ma sta a cuore soltanto il qui ed ora, quel che accadrà domani, come pagherà l'affitto.

Se un governo non è credibile e non è capace di provvedere con efficacia, si dimetta e lasci il posto ad altri.

Severo Bruno

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