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Bilancio del primo mese della campagna “Anch’io sono Peppino Impastato”, lanciata da Tusciaweb
11 strade, 2 biblioteche, più di 6500 adesioni
di Stefania Moretti
Viterbo - 3 novembre 2009 - ore 4,30

Peppino Impastato
- 11 vie, 2 biblioteche, oltre 6500 adesioni ai gruppi sparsi per il web.

È solo un primo bilancio dell’iniziativa “Anch’io sono Peppino Impastato”, lanciata i primi di ottobre da Tusciaweb. E che comincia ora a raccogliere importanti frutti.

Sono stati in tanti a sostenere la campagna in questa sua fase pilota. Alcuni indignati dal gesto di Cristiano Simone Aldegani, il sindaco di Ponteranica, nel Bergamasco, che il 10 settembre scorso ha fatto rimuovere la targa della biblioteca comunale dedicata a Peppino. Altri spinti dal desiderio di conservare una memoria comune.

Da Viterbo, dov’è decollata, l’iniziativa ha preso il volo anche in altre città italiane. Fino a coinvolgere Sicilia, Puglia, Lombardia, Marche, Calabria, Emilia-Romagna.

Ma la regione di gran lunga più partecipe, almeno finora, è stata il Lazio.

Delle 11 strade che i sindaci aderenti alla campagna hanno deciso di intitolare a Peppino, 8 sono laziali. E, in particolare, viterbesi. Da Corchiano a Orte. Da Civita Castellana a Canepina. Passando per Bagnoregio, Vignanello e, naturalmente, per il capoluogo.

Tutti paesi che hanno dato quasi subito il loro appoggio all’iniziativa. A parte Sutri, una new-entry, fresca di adesione, che non sa ancora se dedicare a Peppino una strada o un parco.

Hanno invece promesso una via in suo nome, i primi cittadini di Manfredonia, Siracusa e Paderno Franciacorta, nel Bresciano.

Ma non solo strade. A Ladispoli e Spilamberto, in provincia di Modena, saranno due biblioteche a portare il nome di Peppino. Insieme alle sale di lettura di Catanzaro e Brescia e alla sala ex giunta di Palazzo Valentini, sede della provincia di Roma.

Anche il comune di Terlizzi, nel Barese, e quello di Pesaro, nelle Marche, hanno promesso di attivarsi. Il primo dedicherà una piazza, il secondo un parco al giornalista ucciso dalla mafia nel ’78.

Mentre a Specchia, in provincia di Lecce, sarà il circolo dell’Italia dei Valori a tenere alto il nome di Peppino Impastato, dopo aver annunciato su Facebook la sua intenzione di intitolare al militante antimafia la sede locale del partito.

E proprio il social network, per l’ennesima volta, si è dimostrato la patria delle idee in libertà. Dov’è possibile lanciare proposte e farle correre alla velocità della luce. È proprio qui, nella Rete, che Anch’io sono Peppino Impastato ha registrato i consensi più vasti.

Soltanto il gruppo ufficiale della campagna, ha raggiunto quota 5358 iscritti. A questi vanno aggiunti i 92 membri di Anch’io sono Peppino Impastato – Caprarola gli 831 di Manfredonia e i 156 di Dedicare una via o una piazza a Peppino Impastato. Tutti gruppi spontanei che si sono affiancati al primo, per portare avanti la battaglia, insieme.

Calcolando anche le adesioni arrivate via email alla redazione di Tusciaweb, all’incirca 90, sono più di 6500 le persone che hanno risposto all’appello in due mesi. Un vero esercito della memoria stretto nel nome di Peppino Impastato.

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