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Mazzoli alla presentazione del rapporto 2009 sullo stato delle province laziali
"Viterbo modello di integrazione"
Viterbo - 3 novembre 2009 - ore 16,45

- “I dati sull’elevata presenza di immigrati nel Viterbese dimostrano come negli anni sia cresciuta la nostra capacità di dare accoglienza, grazie alla presenza di una fitta rete di servizi per l’integrazione. Risultato, quest’ultimo, del lavoro di enti e istituzioni locali, associazioni e Asl”.

Lo ha detto il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Mazzoli, partecipando questa mattina a Roma alla presentazione del “Rapporto 2009 sullo stato delle Province del Lazio”, appuntamento organizzato dall’Upi.

Viterbo è risultata la provincia col maggior incremento di residenti stranieri (+313,3% tra il 1998 e il 2008) di tutta la regione. “L’aumento degli immigrati che scelgono di vivere nella Tuscia – ha continuato Mazzoli – non è stato accompagnato dalla crescita degli episodi di intolleranza. La capacità di governare il processo da parte degli enti territoriali e il costante presidio del territorio garantito dalle forze dell’ordine ci ha consentito di costruire elementi di integrazione in grado di confermare la tranquillità del tessuto sociale viterbese”.

Tra le iniziative a favore dell’integrazione ricordate dal presidente c’è il centro culturale universitario rumeno. “Una realtà unica in Italia, inaugurata poche settimane fa nel capoluogo, grazie alla collaborazione tra l’università della Tuscia e una rumena, con il patrocinio di entrambi i Governi”.

Mazzoli ha quindi ribadito la valenza dello studio voluto dall’Upi e realizzato da Eures. “In una fase così critica dell’economia – ha dichiarato – il rapporto ha il merito di sottolineare gli sforzi messi in campo dalle Province per aiutare le famiglie e i lavoratori. Una circostanza che ribadisce come l’idea di superare queste amministrazioni sia demagogica e priva di fondamento”. Il presidente ha infine concluso ricordando qual è la sua idea di sviluppo.

“Il rapporto tra Roma e il resto dei territori è cruciale. La Capitale deve essere vista come una grande risorsa su cui costruire il riequilibrio dello sviluppo tra le diverse Province laziali”.

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