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Viterbo - Interviene Angelo Bini
"La Talete è stato un tragico errore"
Viterbo - 3 novembre 2009 - ore 18,00

Riceviamo e pubblichiamo - L'assenza di cultura giuridica elementare ha giocato un brutto scherzo ai nostri amministratori.

A Bologna, la Dotta, addirittura ora si parla di azionariato popolare ma sempre Spa è, sempre e ancora Istituto di Diritto Privato.

Ecco cosa dice Marco Bersani del Forum italiano dei movimenti per l'acqua ed esponente di spicco di Attac Italia: «l'attacco è dunque pesante ma la dimensione dello stesso credo renda ancor più evidente come l'unica possibilità per i movimenti e gli enti locali che non vogliano farsi sottrarre l'acqua e il servizio idrico, sia esattamente la sottrazione dello stesso alla dimensione delle Spa, la ripubblicizzazione attraverso gli enti strumentali comunali e consortili, la riappropriazione sociale attraverso la partecipazione popolare.

Credo - ha concluso l'esponente del Forum- che il primo passo sia proprio quello di ottenere dagli enti locali -titolari del servizio- atti che sottraggano a questa normativa il bene acqua, dichiarandola bene comune, e il servizio idrico, dichiarandolo "privo di rilevanza economica" perché colmo di rilevanza sociale, ambientale e culturale».

In sostanza i nostri amministratori passando dai consorzi pubblici ed altre forme di gestione pubblica alla SpA hanno abboccato al tranello dei liberisti che evidentemente conoscevano la scarsa o inesistente preparazione giuridica di amministratori e politici che folgorati dalla mitica SpA hanno fatto la figura degli scolaretti presuntuosi che abbondano in nozioni ma non in approfondimenti: sinceramente hanno operato per l'acqua pubblica riversandola in un contenitore giuridico di diritto privato.

Ma salvare la situazione si può, come indica sia Marco Bersani sia giuristi di chiara fama dei cui suggerimenti per la Ripubblicizzazione dell'acqua e di tutti i beni e servizi essenziali è pieno il Web.

Sulla stessa linea anche Emilio Molinari del Comitato italiano per un Contratto mondiale sull'Acqua che in un recente articolo apparso sul quotidiano "Terra" ha affermato: «Un brutto colpo a freddo il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i comuni. Entro il 2011 sarà obbligatorio mettere a gara l'intero Servizio idrico nazionale e tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che le gare le vinceranno tutte un cartello di imprese ben definito: Acea - Iride/Enia/ Hera - A2A dentro alle quali i pacchetti azionari di Suez Lyonnes des Eaux e Veolia la faranno da padroni, assieme ai Caltagirone, ai Pisante e alle banche. Poteri locali, partecipazione dei cittadini, democrazia, federalismo... parole...vuote>>.

Da segnalare, a politici ed amministratori in buona fede gli interventi, studi e testi di Alberto Lucarelli, dell'Univeristà Federico II di Napoli, che affronta la questione in modo giuridicamente compiuto partendo dalla Costituzione Repubblicana e da Trattato di Lisbona per approdare, viaggiando nella legislazione comunitaria e nazionale, a conclusioni giuridiche fondate sulle quali politici ed amministratori locali possono, se vogliono, ripubblicizzare l'acqua: "Senza ciniche ipocrisie il mio sogno è che gli amministratori pubblici competenti abbiano il coraggio di affermare: siamo contro la gestione dell'acqua pubblica e non continuino invece ad affermare: siamo per la gestione pubblica, ma dal punto di vista giuridico non è possibile. Abbiano il coraggio di affermare: ripubblicizzare si può".

Angelo Bini

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