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Vetralla - Il parere di Sandrino Aquilani
"Il crocefisso deve restare nelle aule"
Viterbo - 6 novembre 2009 - ore 17,00

Riceviamo e pubblichiamo
- Non ricordo l’anno, ma ricordo bene che c’era una tornata elettorale e che un presidente di seggio designato, si rifiutava di insediarsi se non fosse stato rimosso il Crocifisso dalla parete nell’aula allestita a seggio presso la scuola elementare di Cura.

“Commentai che era libero di scegliere, ma che il Crocifisso era li da sempre, e che lui ci sarebbe stato solo per due giorni, e che il Crocifisso aveva tutto il diritto di restare”.

Dovetti sostituire il presidente di seggio.

Approfittai del fatto, per sincerarmi che tutte le aule avessero il Crocifisso al suo posto, e con mia profonda sorpresa mi accorsi che in molte era stato tolto, vuoi per imbiancare le pareti, vuoi per appendere una carta geografica troppo grande, o vuoi per far posto a qualche poster scolastico; e non rimesso al suo posto, per dimenticanza mi dissero.

Chiesi alla Direttrice e al Preside di fare un “censimento” perché avrei provveduto a far recapitare i crocifissi mancanti.

In parte li feci costruire in legno nella mia azienda per donarli alle scuole, in parte li acquistammo per dotare anche tutti gli uffici comunali che ne erano sprovvisti.
Tutti furono concordi e ben contenti di colmare questa lacuna.

Con il Parroco Don Luigi approfondimmo la questione che qua e la veniva posta all’attenzione della gente. Così arrivai a scoprire la sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato, che con la decisione n. 556 del 13 febbraio 2006, intendeva porre fine alla “disputa” sul crocifisso nelle aule scolastiche.

Nelle diciannove pagine della sentenza n. 556, il Consiglio di Stato afferma che il crocifisso deve restare nelle aule scolastiche non perché sia un “suppellettile” o un “oggetto di culto”, ma perché “è un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili” (tolleranza, rispetto reciproco, valorizzazione della persona, affermazione dei suoi diritti, etc…) che hanno un’origine religiosa, ma “che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato”.

“E’ evidente che il crocifisso è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi; innanzitutto per il luogo in cui è posto”. Infatti se si trova in un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente un simbolo religioso, mentre invece, prosegue la sentenza: “…in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, il crocifisso potrà ancora rivestire per i credenti i suoi accennati valori religiosi, ma per credenti e non credenti la sua esposizione sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile e intuibile (al pari di ogni simbolo), valori civilmente rilevanti”.

Il Consiglio di Stato intende espressamente riferirsi a quei valori stanno alla base ed ispirano il nostro intero ordinamento costituzionale, ovvero il fondamento del nostro convivere civile, “… ed in tal senso il crocifisso – prosegue la sentenza – potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica, altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”.

Conclusione: il Crocifisso deve restare nelle aule in quanto simbolo di valori civili:
Consiglio di Stato , sez. VI, decisione 13.02.2006 n° 556.

Spero che il Consiglio di Stato vorrà attivarsi per difendere la propria equa sentenza avverso il pronunciamento della Corte Europea.

Sandrino Aquilani

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