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Politica - Nando Gigli (Udc) sulle prossime elezioni provinciali e regionali
Correremo da soli, ma anche no...
di Paola Pierdomenico
Viterbo - 7 novembre 2009 - ore 1,50

Nando Gigli
- Da soli o alleati? A Destra o a Sinistra? Pd o Pdl? Questo è il problema…
Non c’è solo la “l” a fare la differenza. E quelli dell’Udc lo sanno bene. Lo sa soprattutto Nando Gigli.

Se si parla di politica a Viterbo, il pensiero va a lui.

Diplomatico, cauto e a volte anche evasivo. Lui la politica la mastica da un bel po’ di tempo. Sul territorio, l’Udc ha un consenso che si aggira intorno all’otto per cento.

A marzo si gioca la partita delle provinciali e delle regionali. E quell’otto per cento potrebbe essere determinante nell’orientamento politico della Provincia e della Regione.

Casini ha dichiarato che alla Regione correrete da soli. E’ così?
“Non è una decisione definitiva - sibila Gigli -. In linea di massima faremo così, a meno che in alcune realtà, le convergenze di programma e altri elementi ci inducano a fare degli accordi.

Non smentisco Casini. C’è un’Ansa che segue le dichiarazioni del portavoce Cesa e spiega che l’Udc correrà da sola, salvo situazioni particolari. E’ una partita tutta da giocare”.

Allora sono vere le voci che circolano in queste ore di un accordo alla Regione con il Pdl, che si dice disposto a concedere due assessorati all’Udc e la presidenza del consiglio proprio a lei.
“A me? Sono tutte chiacchiere. Non c’è niente di concreto. Poi Casini e Berlusconi hanno parlato di Regioni solo negli ultimi minuti del colloquio, tutto incentrato sulla realtà nazionale”.

Sulla base delle dichiarazioni di Cesa pensate di agire allo stesso modo anche in Provincia?
“La Provincia è legata alla Regione. Di sicuro non potremo fare un accordo con uno schieramento in Regione e con l’altro in Provincia. E’ tutto da discutere. Quelle che circolano sono solo ipotesi e illazioni”.

Qualche settimana fa la Rosa per l’Italia è confluita nell’Udc. Come sarà la convivenza con una presenza di peso come quella di Regino Brachetti?
“Sarà una convivenza tranquilla. Tutti e due veniamo dalla Dc, non ci saranno motivi di conflitto. Il suo schieramento ha aderito alla costituente di centro, un progetto che riunisce le forze moderate e che si realizzerà solo dopo le regionali. Avendo aderito sarà coinvolto in tutte le decisioni che verranno prese”.

Nell’Udc ci sono due anime: una, che fa capo a Bigiotti e Pompei più orientata verso destra; l’altra con Santucci più vicina al centro sinistra.
“La fermo subito. Nell’Udc non c’è nessuna doppia anima. Queste sono solo voci semplicistiche, prive di fondatezza. Io faccio politica e non ho atteggiamenti pregiudiziali né da una parte, né dall’altra.

Le alleanze si fanno sulla base della condivisione di idee e programmi. Mancano diversi mesi alle elezioni e ci sarà tempo per verificare la compatibilità con i diversi schieramenti. Io non sono favorevole o contrario a nessuno. Ripeto tutto si deciderà sulla base della condivisione”.

Giuseppe Fioroni, che è stato un suo delfino nella Dc, potrebbe essere candidato alla presidenza della Regione Lazio. Sosterrebbe la sua candidatura?
“Questo non sarebbe sicuramente un motivo che potrebbe spingermi a schierarmi da una parte o dall’altra. La sua candidatura non mi risulta, ma questi sono problemi del Pd”.

Quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a lasciare Forza Italia?
“Ce ne sono stati diversi. Forse quello più determinante è che venivo percepito, e non sono un visionario, come un corpo estraneo”.

Che vuol dire estraneo?
“Nel senso che ero diventato un elemento di disturbo, non più conforme alle idee del partito”.

Lei è uno dei politici più significativi che ci sono stati a Viterbo. Chi potrebbe essere il suo erede?
“Gli unici eredi a cui tengo sono quelli della mia famiglia - risponde con un sorriso -. A livello politico credo che ognuno abbia il diritto-dovere di farsi strada per le sue capacità e per gli ideali che vuole portare avanti. Ho visto alcuni giovani, che hanno grandi capacità, che potrebbero farsi”.

Si riferisce a Santucci?
“Anche a lui, ma non solo”.

E che dice della rottura con Candido Socciarelli?
“Ha fatto una scelta e io la rispetto. Sono cresciuto in un partito in cui la libertà di scelta e di decisione sono sacrosante. E quindi lo rispetto”.

Manca qualcosa al suo percorso politico?
“Io ho fatto anche troppo. So a cosa si riferisce, ma non ambisco più a nessuna responsabilità o a nessuna carica. Ho già dato, come dice qualcuno”.

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