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Gradoli - Madre e figlia scomparse - Interviene l'avvocato Luigi Sini
"Elena Ceoban ha solo risposto al giudice"
Viterbo - 15 ottobre 2009 - ore 4,00

Elena Nechifor Ceoban, madre di Ala e Tatiana
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Riceviamo e pubblichiamo - Sono appena rientrato in studio da Roma, dove alle 16,00 (di ieri, ndr) è terminata l'udienza nella quale è stata ascoltata la signora Elena Ceoban ed apprendo che già l'avvocato Rosati ha provveduto a informare la stampa di quanto sarebbe accaduto in udienza, nonostante avessimo convenuto sull'opportunità di evitare ulteriori clamori ed inutili polemiche.

Tuttavia, poiché mi sembra di aver assistito a un'udienza diversa da quella cui avrebbe presenziato il collega, mio malgrado devo nuovamente intervenire sulla vicenda, augurandomi che possa essere l'ultima volta.

La signora Ceoban si è limitata a rispondere alle domande del giudice, senza accusare nessuno, come ha poi avuto modo di chiarire lei stessa all'avvocato Rosati al termine dell'udienza, tornando a ribadire di non aver mai accusato Paolo Esposito di aver ucciso la figlia e la nipote (di cui nessuno parla più), ma soltanto di aver taciuto particolari importanti sulle giornate del 30 e 31 maggio - come purtroppo è emerso durante le indagini - esortandolo nuovamente a parlare e dire, finalmente, tutto quello che conosce.

Non mi risulta affatto che la signora Ceoban si sia espressa con espressioni colorite o fantasiose, riferendo soltanto che Paolo Esposito non voleva che la nonna incontrasse la nipote, come può essere confermato da moltissime persone.

Al contrario, si è tentato di screditare l'immagine di Tatiana, affermando che picchiava la figlia maggiore (ma credo che bastino le dichiarazioni rese dalle insegnanti di Elena e dalle sue compagne di scuola per far luce sui rapporti tra madre e figlia), così come quella della signora Ceoban, senza alcun sentimento di pietà per il dramma che sta vivendo, insinuando che la sua vita potesse nascondere chissà quale segreto in Moldavia.

Fortunatamente queste insinuazioni non hanno trovato alcun ingresso dinanzi al Tribunale dei minorenni, i cui giudici sono tornati a precisare all'avvocato Rosati che il loro compito è soltanto quello di tutelare gli interessi della minore e che, per questo, è necessaria la cooperazione di tutte le parti interessate.

Mi domando infine perché abbiate scritto che l'inferno avrebbe avuto inizio dopo l'arresto di Paolo Esposito, senza ricordare che già dal 30 maggio due donne erano scomparse lasciando nello sconforto una madre (e nonna) ed una bambina, ma forse ho nuovamente dimenticato che di Tatiana e di Elena non interessa più a nessuno parlare.

Preciso, infine, che Elena Ceoban non si è affatto dichiarata pronta "a prendere" la nipote con sé, ma come sempre si è rimessa alla decisione del Tribunale per i minorenni, nell'esclusivo interesse della minore, dichiarando che, qualora il Tribunale lo ritenesse opportuno, si renderebbe senz'altro disponibile a chiederne l'affidamento, per poter crescere la nipote collaborando con i nonni paterni.

Luigi Sini
Avvocato di Elena Ceoban


Due righe solo per dire che le sue obiezioni finali a quanto da noi scritto ci sembrano dir poco confuse. Forse lei ha letto un altro articolo.

Primo: le donne scomparse sono ricordate in tutti i titoli da noi pubblicati e sono ricordate nel corpo dell'articolo da lei citato.

Secondo, crediamo che se, fino al giorno dell'arresto del padre, la figlia di Esposito e Tatiana Ceoban poteva essere tenuta lontano dalla vicenda con qualche pietosa bugia, è chiaro che da quel giorno è iniziata una fase che l'ha vista coinvolta in prima persona nella vicenda. Con l'allontanamento da tutte le persone a lei care. Non sappiamo come la pensi lei, ma a noi questa sembra una situazione grave per una bambina.

Infine proprio non si comprende la differenza tra quello da lei scritto e ciò da noi riportato riguardo alla disponibilità di Elena Ceoban rispetto alla nipote. Disponibilità che ovviamente le rende solo onore.

Per il resto siamo a sua completa disposizione ogni volta che vorrà esporre il suo punto di vista in un caso che riteniamo molto delicato in tutti sensi. Come dire noi non abbiamo l'idea di avere il possesso di nessuna verità assoluta.
Carlo Galeotti


Madre e figlia scomparse
Dossier Gradoli

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