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Università della Tuscia - Il rettore Marco Mancini sulla riforma Gelmini
"Un giudizio cautamente positivo"
Viterbo - 31 ottobre 2009 - ore 4,55

Marco Mancini
- “Il mio è un giudizio cautamente positivo. Sono state date diverse versioni della proposta di legge della Gelmini, finalmente la situazione verrà definita”.

Marco Mancini parla a pochi giorni dall'approvazione in consiglio dei ministri al disegno di legge del ministro Mariastella Gelmini. Una riforma che a marzo potrebbe diventare legge.

Premi agli atenei migliori. Stop ai finanziamenti a pioggia, se le università saranno gestite male. Questi i punti salienti della riforma.

Il rettore dell'università della Tuscia non nasconde un qualche scetticismo. Ma allo stesso tempo è tranquillo, forte del decimo posto incassato dall'ateneo viterbese, tra i migliori d'Italia per qualità della ricerca e della didattica.

Cosa ne pensa dell'approvazione del disegno di legge del ministro Gelmini?
“Prima di tutto sono contento che con questa approvazione sarà definita una situazione che va avanti da quasi un anno per le diverse versioni che sono state date del disegno di legge.

Il mio giudizio è tendenzialmente positivo, anche se non nascondo preoccupazioni, soprattutto, di natura finanziaria. La riforma rivede gli equilibri di bilancio. I cambiamenti dovranno essere accompagnati da un adeguato sostegno economico.

Molti punti sono discutibili, come la cancellazione delle facoltà a favore dei dipartimenti.

Sono critico con i singoli punti della riforma, che è nell'insieme è, comunque, apprezzabile, specie per l'ambizione di riformulare dopo circa venti anni la nuova architettura del sistema universitario.

E' giusta anche la valutazione dei docenti, già applicata dalla nostra università. Siamo su questa direzione, ma l'ateneo deve essere libero di poter agire perché le norme applicative della riforma risultino efficaci”.

Nell'ambito della ricerca crede che i giovani saranno favoriti?
“L'estensione del contratto a tempo indeterminato e il reclutamento facilitato dei docenti che dovrebbe portare a un posto di ruolo è sicuramente una risorsa. Ma c'è sempre il problema delle risorse. Se non ci sono i finanziamenti rischiamo di creare una platea di illusi, che resteranno perennemente nella condizione di precari.

Gli interventi devono essere accompagnati da un sostegno economico per evitare buchi nell'acqua”.

Giudizi positivi alla riforma dal presidente della Crui, Enrico Decleva, e da Confindustria. Lei personalmente cosa ne pensa?
“Come ho detto il mio giudizio è cautamente positivo. Ma non sono d'accordo con Confindustria, perché temo che potrebbe innescarsi una competizione selvaggia fra atenei, specie se si arriverà all'abolizione del valore legale del titolo di studio, garanzia per tutti gli studenti.

Un'eventualità che non è contenuta all'interno del provvedimento, ma che si intravede tra le righe del disegno di legge”.

Viene introdotta la figura del direttore generale.
“Il direttore non sembra avere differenze con quello amministrativo. Mi sembra più un'etichetta che una figura concreta, quindi non saprei giudicarla. Dovremo valutare in seguito”.

Pensa che i professori temano il giudizio degli studenti?
“Assolutamente no. Nel nostro ateneo la valutazione degli studenti è una pratica consolidata. Se la riforma diventerà legge, il giudizio sarà solo più vincolante”.

Tagli o ampliamenti dei corsi...
“Noi ci stiamo attenendo al numero di corsi varati lo scorso anno, che ha portato a un 30% di tagli. Quest'anno non ci saranno tagli, ma non ci sarà neanche un'espansione dell'offerta formativa. Forse qualche singola proposta, ma è ancora tutto da vedere”.

Come vede il futuro dell'università della Tuscia?
“Il nostro ateneo funziona bene, come si è visto dai riconoscimenti per la didattica e per la ricerca, che sono arrivati di recente. Comunque tutto dipende dal contesto, nel senso che, come ho spesso ricordato, servono le risorse economiche per portare avanti i progetti.

Faremo di tutto per affrontare il 2010. Non nego che ci saranno tagli di bilancio. Ci anche saranno sacrifici, sì, ma saranno sostenibili, perché l'ateneo è fondamentalmente sano.

La nostra responsabilità sarà quella di navigare al meglio le acque tempestose, che ci si prospettano. Ci siamo riusciti in passato e ci riusciremo anche per il futuro. Io sono fiducioso, soprattutto perché la nostra università ha tanti amici sul territorio, che non ci lasceranno soli nei prossimi anni”.

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