Giuseppe Parroncini

ho ripensato alla storia di Peppino Impastato ieri pomeriggio, ascoltando, a Roma, in Piazza del Popolo, prima Roberto Saviano, che ha ricordato quanti, al servizio di un'informazione libera, hanno pagato con la vita le cose scritte o dette, poi la testimonianza di un giovane giornalista siciliano, uno dei tanti coraggiosi, spesso sconosciuti e precari, che hanno scelto di combattere la mafia a viso aperto e, per questo, rischiano ogni giorno.

La memoria di Peppino Impastato non può essere cancellata: la legalità è un valore fondante della democrazia.

Ti ringrazio, dunque, per la nuova campagna promossa da Tusciaweb, che sostengo, anche nel nuovo ruolo di assessore regionale agli enti locali.

Intitolare una via a Impastato, è un atto importante: segnala la volontà di vigilare sui diritti, di reagire, di non arrendersi di fronte alle organizzazioni criminali che inquinano, come scrivi, l'intero Paese.

Insieme con un rinnovato impegno civile e morale dei cittadini, occorrono decise azioni di contrasto alla mafia da parte dello Stato, delle istituzioni tutte.

Lo scorso 30 settembre, la Regione Lazio ha lanciato un forte messaggio, votando, prima in Italia, la legge sui beni confiscati alle mafie, che istituisce, senza costi aggiuntivi, un'agenzia interna agli uffici regionali, per favorire l'effettivo uso sociale degli immobili confiscati, ben 328, per un valore stimato attorno ai 100 milioni di euro.

Pochi giorni prima, la giunta regionale, su proposta dell'assessore alla Cultura, aveva deciso l'apertura di un bando per le Biblioteche promotrici di iniziative a favore della cultura della legalità, contro le mafie: cinque di queste Biblioteche saranno dedicate proprio a Peppino Impastato.

La Regione, insomma, non si tira indietro.
Nessuno può restare indifferente.

Giuseppe Parroncini
Assessore agli Enti locali, alle Reti territoriali
energetiche, portuali, aeroportuali e dei rifiuti