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L'opinione di uno sporco comunista - La Provincia o il Comuni intitolino una strada al giovane siciliano
La memoria di Peppino Impastato...
di Valerio De Nardo
Viterbo - 16 settembre 2009 - ore 2,30

Valerio De Nardo
- Potrei dire che la vicenda di Ponteranica, Bergamo, dove il sindaco leghista Cristiano Aldegani ha deciso di far rimuovere dalla biblioteca comunale la targa, posta l'anno scorso, dedicata alla memoria di Peppino Impastato sia “vergognosa”, “intollerabile”, che “susciti indignazione”.

Ma la verità è che per me questa vicenda è dolorosa. Quando ho appreso che per onorare "personaggi locali" si vuole cancellare la memoria di Peppino Impastato di Cinisi, Palermo, assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978, mi sono sentito davvero ferito.

La memoria del giovane siciliano, che dalla sua radio conduceva la battaglia contro i mafiosi nella sua terra, è stata dunque sfrattata in quel paese bergamasco per far posto ad un sacerdote del luogo, senz’altro degnissimo, ma che sicuramente esprime un senso (volutamente) diverso del ricordo.

E’ chiaro l’intento di questa iniziativa. Mentre Bossi rilancia l’idea della Padania stato libero e sovrano, mentre gente in camicia verde picchia albanesi che gestiscono un locale, che viene devastato, a Venezia.

Nel 2011 l’Italia compie 150 anni. Mi piacerebbe se i sindaci del viterbese e il presidente della Provincia iniziassero fin da ora le celebrazioni dell’unità nazionale intitolando una sala, una strada, un luogo del proprio territorio o del proprio ente a Peppino Impastato.

E se si volesse onorare un sacerdote, magari si potrebbe pensare a ricordare i nomi di padre Pino Puglisi, o di don Peppe Diana. Perché è nel segno del sacrificio di questi uomini o nella morte di una siciliana ribelle come Rita Atria, la giovanissima figlia di un mafioso, collaboratrice di giustizia, la quale si suicidò dopo la morte di Paolo Borsellino, che assume un senso forte la nostra identità nazionale.

Valerio De Nardo

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