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Viterbo - Santa Rosa - Raduno dei Facchini all'Unione - L'urlo di battaglia di Rossi
"Sfoghiamo la nostra gioia sotto quei pali di legno a S.Sisto"
di Maria Letizia Riganelli
Viterbo - 3 settembre 2009 - ore 17,00

I Facchini davanti al teatro Unione
La banda di Vejano a piazza Verdi
- Puntuali alle 14,10 sono già seduti nell’Unione. Aspettano i saluti per iniziare il percorso. Quello che alle 21 li porterà al “sollevate e fermi” di questo 2009. Un mare bianco e rosso riveste il teatro. Ci sono tutti. I Facchini son pronti.

Sul palco del teatro il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e il capofacchino Sandro Rossi. Emozionati entrambi faticano a scandire le prime parole.

Gli inizi sono tutti in salita. Soprattutto quando quel giorno è atteso come non mai. Oggi, del resto, è il 3 settembre. Il giorno di Santa Rosa. Il giorno dei Facchini.

Mecarini inizia affidandosi alle parole di Madre Teresa di Culcutta, incita i suoi Facchini all’impegno e alla forza e poi ammette emozionato: “Non so stasera cosa proverò a non stare lì sotto”.

Tra la folla anche tante autorità dal sindaco Marini, al presidente della Provincia Mazzoli, il vescovo Chiarinelli, il questore Urti, la senatrice Allegrini, il consigliere regionale Parroncini. E ancora consiglieri e assessori di Palazzo dei Priori e Palazzo Gentili.
Non mancano ovviamente gli ideatori di Fiore del cielo Arturo Vittori e Andreas Vogler e il costruttore Loris Granziera.

“Abbiamo lavorato sodo – afferma il sindaco Marini - per rinnovare quel patto d’amore che ci lega alla nostra santa e oggi, in questo giorno ci sentiamo tutti uniti. Certo, abbiamo commesso degli errori tutti insieme e chiediamo scusa, ma abbiamo davvero lavorato con sentimento, perché l’amore che abbiamo per questa festa è secondo solo alla famiglia”.

La platea di bianco vestita inizia a scaldarsi. Esplode quando Mecarini elenca i nomi dei Facchini scomparsi, Irnerio Ciprini, Marcello Moneti e Giorgio Rossetti, a cui è dedicata la girata a piazza del Comune. A ogni nome un lungo applauso. Poi tutti in piedi. Oggi il Sodalizio è una famiglia.

“Dedicheremo la girata – dice ancora Mecarini – anche a Simone Cavalloro il ragazzo morto lunedì scorso in un tragico incedente”.

Poi sul palco irrompe Contaldo Cesarini, il costruttore di Ali di luce. Con la sua carica di vitalità riesce a far sorridere, forse anche a commuovere, quegli uomini seduti in attesa.

Toccherà proprio all’ex costruttore della Macchina di Santa Rosa donare la cravatta del Sodalizio al nuovo costruttore Loris Granziera. “Sono stato con voi 11 anni – dice Cesarini – ma è stato un baleno. Mi avete fatto passare 11 anni felici e a vedere tutte ‘ste capocce’ grigie mi sento 20 anni”.

Granziera per la prima volta sul palco si concede poche parole: “Spero che sia un Trasporto degno di Viterbo e di tutti i Viterbesi”.

Sono già tutti con la testa al Trasporto, al debutto di Fiore del cielo. E lo ricorda anche il presidente della Provincia Mazzoli. “Siamo orgogliosi di contribuire con grande partecipazione alla festa di Santa Rosa. Questo è un anno particolare – dice -, vedremo una nuova macchina. Se Ali di luce ci ha segnato con la sua meraviglia, Fiore del cielo sarà una straordinaria novità che i Facchini ci faranno amare”.

L’urlo di battaglia prima di lasciare il teatro lo lancia il capofacchino: “Sfoghiamo la nostra gioia sotto quei pali di legno che ci aspettano a San Sisto”. E il consueto: “Evviva Santa Rosa”.

Poi in fila, a braccetto. Si parte. Prima tappa piazza della Repubblica per la foto al monumento dei Facchini.
Il giro delle sette chiese può iniziare.

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