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Macchina di Santa Rosa - Loris Granziera rompe il silenzio e spiega la situazioni con i documenti alla mano e si dice pronto a dare battaglia anche sul piano legale
"Ma quali debiti, adesso parlo io!"
Viterbo - 18 agosto 2010 - ore 2,15

Loris Granziera, costruttore di Fiore del Cielo
Mauro Cappelloni
Alcune immagini del trasporto dei pezzi di Fiore del cielo
- “Nessun debito. Nessuna inadempienza. Ho fatto tutto quello che dovevo fare. Adesso parlo io!”.

Per Loris Granziera, costruttore della Macchina di Santa Rosa, è arrivato il momento di rompere il silenzio dopo la polemica sui debiti di Fiore del cielo. E lo fa con i documenti alla mano.

“E' stata montata una polemica – dice Granziera -, in seguito a una serie di dichiarazioni dell'entourage di Vittori. Non sono mai intervenuto, ma ora ho deciso di rispondere. Con una differenza, le mie dichiarazioni le faccio sostenere da prove concrete. Non mi baso solo sulle parole”.

La collaborazione tra Granziera e la Architecture vision di Arturo Vittori e Andreas Vogler inizia qualche tempo fa. “Per diversi anni ho svolto dei lavori per la società di Vogler e Vittori – dice -. Incarichi che, oltretutto, non mi sono stati nemmeno retribuiti”.

Dopodiché è arrivata la collaborazione per Fiore del Cielo. “Abbiamo manifestato la volontà di partecipare alla creazione della Macchina di Santa Rosa – spiega -. Ci siamo resi disponibili al supporto ingegneristico, come accade sempre nelle nostre collaborazioni.

Abbiamo deciso, dunque, di partecipare direttamente come G. engineering – continua –. La nostra è stata una scelta fatta con il cuore e non certo per business. E così che siamo partiti con questa avventura, pur consapevoli che c'erano degli elementi critici, come la parte economica e quella relativa al tempo. Uno degli obiettivi primari, comunque, era contenere i costi”.

Poi il primo contrasto tra ideatore e costruttore. “Dal punto di vista ideativo – dichiara Granziera – sono nate da subito delle divergenze. Per esempio sul fatto che Vittori non volesse coinvolgere tanto personale viterbese. Gente che da sempre ha lavorato nella realizzazione e nel montaggio della Macchina e che avrebbe portato un contributo fondamentale”.

Screzi che comunque, fa capire Granziera, sono nati solo con l'entourage di Vittori e non con il resto della squadra che ha partecipato alla realizzazione della Macchina. “Gli attriti sono nati solo con la cerchia di Vittori – continua -. E cioè Sara Donati, che è la sua ragazza, Andreas Vogler, il suo socio, Pascal Baur, suo cugino e con i suoi due amici Massimo Boninsegni e Gianni Massironi. Ovvero le persone che poi ci hanno chiesto i soldi”.

Tre mesi fa, infatti, è arrivata una doccia fredda per il costruttore Granziera. “Pretendevano che dessi loro – dice – circa centomila euro per la partecipazione alla realizzazione della Macchina. A maggio, infatti, hanno mandato una lettera al Comune perché intervenisse sui pagamenti. L'amministrazione mi ha contattato, chiedendomi spiegazioni e io ho dato le mie risposte”.

Il costruttore ha documentato tutto con le fatture dei compensi, che smentiscono le richieste avanzate dall'entourage di Vittori. “Abbiamo pagato la Donati per il periodo in cui ha prestato servizio da noi – spiega Granziera -. Lei ha poi inviato un'ulteriore richiesta per prestazioni di lavoro nel periodo tra aprile e luglio. Un lasso di tempo in cui se ha fatto delle cose non le ha fatte di certo per la nostra ditta”.

Stessa cosa per quanto riguarda Andreas Vogler. “Vogler deve ricevere 21mila euro per il 2009 – dice Granziera - e 35mila euro per i quattro anni successivi. Avremmo pagato l'unica fattura che avrebbe potuto essere saldata se lui non l'avesse annullata, modificandola con un importo totalmente diverso che si aggira intorno agli 85mila euro. Una cifra quattro volte superiore a quella che gli spetta, per ora”.

Poi c'è Baur, che ha realizzato i leoni di Fiore del Cielo. “Ho pagato a Pascal i due terzi della ricompensa che dovrebbe ricevere – racconta Granziera –. Non ha avuto la cifra totale perché lui stesso si è dichiarato inadempiente, dato che non mi ha fatto avere i documenti doganali, dicendomi di non averli fatti perché nessuno lo aveva fermato al confine”. Lo stesso è avvenuto per i pagamenti di Boninsegni e Massironi. Tutto quello che il costruttore doveva pagare, dunque lo ha saldato, afferma.

Granziera, friulano doc, si è calato nei panni del viterbese, cercando di smorzare le polemiche intorno alla questione dei presunti debiti della Macchina di Santa Rosa per evitare che potessero far passare in secondo piano il reale senso della festa e della tradizione del trasporto.

“Ho cercato da subito di mediare la situazione – continua il costruttore – e lo dimostra il fatto che non ho immediatamente contestato le fatture. Ci siamo, da subito, dichiarati disponibili ad andare oltre quelli che erano gli accordi, ma come unica risposta abbiamo ottenuto un rifiuto”.

Sul suo futuro e su quello della realizzazione della Macchina Granziera è categorico. “Non c'è e non ci saranno più collaborazioni – afferma deciso -. Il mio rapporto non è con il direttore artistico, che oltretutto non ha mai toccato con mani nulla di quello che è la struttura di Fiore del Cielo. Io seguo e rispetto le indicazioni del Comune, che è il mio vero referente. A lui propongo eventuali modifiche e migliorie per la Macchina. Suggerimenti che poi possono essere accettati o meno”.

E in conclusione Granziera interviene sui recenti sviluppi della vicenda. “Ci sono arrivate delle lettere di Vogler - aggiunge -, spedite da due avvocati diversi. Noi abbiamo puntualmente risposto, sostenendo le nostre tesi. Dall'altra parte non è stato fatto altrettanto. Invece di replicare per vie legali hanno preferito cavalcare l'onda mediatica, alzando un inutile polverone”.

E sui prossimi passi. "Sporgerò querela per tutte quelle dichiarazioni lesive nei nostri confronti - conclude -. Il risarcimento dei danni che ci spetterà sarà devoluto all'amministrazione comunale per la realizzazione della prossima Macchina".


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