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Viterbo - Caccia - L'Acta scrive all'assessore regionale Birindelli
Il calendario venatorio è tutto da rivedere
Viterbo - 20 agosto 2010 - ore 12,10

Angela Birindelli, assessore regionale all'Agricoltura
Riceviamo e pubblichiamo - Egregio assessore Birindelli,

a seguito della pubblicazione del calendario venatorio 2010/2011, riprendendo le osservazioni che sono state fatte da numerose associazioni di cacciatori del Lazio, anche l’Acta (Associazione cacciatori tradizione ambiente) che opera nell’area del lago di Bolsena, intende sottoporLe alcune considerazioni.

In premessa, vogliamo ricordare che per esercitare la nostra passione paghiamo varie tasse (concessione, Atc, libretto, ecc.) che soltanto per la provincia di Viterbo ammontano complessivamente a quasi due milioni di euro all’anno, per cui considerate le pesanti riduzioni previste dal calendario venatorio 2010-11 dovrebbe essere conseguentemente diminuito anche l’importo delle tasse, vale a dire: meno caccia – meno tasse per i cacciatori.

Sarebbe opportuno che anche su questo aspetto si aprisse un serio ragionamento: è vero o no che in Italia di tasse si pagano già troppe?

Anche per noi dell’Acta “le restrizioni apportate al calendario venatorio, cosa peraltro mai avvenuta nel passato almeno in questi termini (ovvero limitazioni dei periodi di caccia per le specie di seguito riportate), sono tali da suscitare lo sdegno e la rabbia del mondo venatorio.

Molti cacciatori, come premio per lo sforzo profuso in campagna elettorale a sostegno di Renata Polverini, ognuno lavorando per il proprio consigliere regionale, hanno trovato, all'interno del calendario, un bel pacchetto di nuove restrizioni tra le quali alcune riguardanti i tempi di caccia per varie specie di fauna selvatica:

- specie Colombaccio, Ghiandaia, Gazza, Cornacchia, cacciabili dal 2 ottobre (da sempre cacciabili dalla 3° domenica di Settembre o addirittura spesso dal 1° settembre)

- specie Tordo, Cesena, Beccaccia cacciabili fino al 20 gennaio (da sempre cacciabili fino al 31 gennaio).

Stesso paradosso per la caccia al fagiano, che di questo passo quasi sicuramente finirà per essere cacciato soltanto nelle aziende faunistico-venatorie, favorendo non la tradizione della Caccia (come il suo assessorato ha per fine istituzionale) bensì gli interessi economici che muovono tali impianti.

Riteniamo che i cacciatori laziali siano fortemente penalizzati rispetto a quelli delle regioni limitrofe. In particolare per i cacciatori dell’Atc Vt1, che confina per un ampio territorio con l’Umbria, basta leggere il calendario della Regione Umbria per rendersi conto quanto sia assurda la situazione: un tordo può essere vietato per un viterbese, ma pochi metri più in là può essere cacciato da un ternano.

Auspichiamo quindi un rapido ripensamento e chiediamo una efficace e sostanziosa revisione del calendario venatorio regionale appena pubblicato.

Siamo convinti che il calendario venatorio 2010/2011 sia stato così confezionato sicuramente in buona fede ma non tenendo conto delle effettive condizioni della fauna selvatica nel Lazio e seguendo forse troppo alla lettera quel "benedetto" parere Ispra che Le ricordo avrebbe dovuto rappresentare solo un'indicazione non certamente fondamentale e indispensabile ai fini della preparazione del calendario venatorio.

A tal proposito Le vorremo far presente che nessuna delle regioni confinanti con il Lazio ha introdotto nel proprio calendario le stesse limitazioni temporali di caccia per le specie di cui sopra.

Da due giorni stiamo tenendo incontri serrati con rappresentanti del mondo venatorio e le assicuriamo che quanto sta avvenendo non servirà a rafforzare i rapporti fra il nostro mondo e quello vostro politico.

Tenga presente che tutto il mondo venatorio delle provincie del Lazio ha contribuito sicuramente non poco al raggiungimento di quei 60mila voti che hanno determinato la vittoria di Renata Polverini, convinti tutti che la Bonino avrebbe sicuramente rappresentato di nuovo una seria minaccia nei confronti della caccia.

Siamo però convinti che Lei vorrà dimostrarsi sensibile al problema, e auspichiamo che Vorrà porre rimedio all'attuale situazione con un intervento rapido, anche perché le limitazioni di cui sopra hanno rappresentato un vero e proprio colpo a quelle parti del calendario venatorio che sono state da sempre considerate intoccabili.


Nel merito Le chiediamo, quindi, di riportare l'apertura della caccia alla specie colombaccio, ghiandaia, gazza e cornacchia al 19 settembre 2010 e la chiusura della caccia alle specie tordi, cesena e beccaccia al 31 gennaio 2011.

In merito a ciò La informo che già in passato (giunta Storace) è stato possibile, con decreti d'urgenza, recuperare specie e relativi periodi di caccia rispetto alla prima pubblicazione del calendario venatorio.

Certi di un suo interessamento attendiamo una sua pronta e cortese risposta,
Le porgiamo i più cordiali saluti e Le auguriamo un buon lavoro.

Acta Lago di Bolsena


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