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Il giornalista viterbese Marco Giovannelli, direttore di Varesenews, sulle orme di Michele Serra, da Ventimiglia a Trieste su due ruote
In vespa nel ventre dell'Italia
Viterbo - 23 agosto 2010 - ore 2,40

Marco Giovannelli in Vespa
Marco Giovannelli
- Da Ventimiglia a Trieste in Vespa. E' il viaggio di Marco Giovannelli. Il giornalista viterbese che sulle orme di Michele Serra ha deciso di intraprendere il giro d'Italia in 30 tappe.

E proprio come Michele Serra nel lontano 1985 anche Marco Giovannelli è seguito passo dopo passo nel suo viaggio dall'Unità, che ogni giorno gli dedica due pagine.

L'avventura impegnerà il giornalista per tutto il mese di agosto lungo tutte le coste della penisola italiana, isole escluse.

La prima tappa è stata Ventimiglia. "Slego lo zaino ed entro nel primo museo da dove iniziò il viaggio Michele Serra - scrive Marco Giovannelli nel blog che segue il viaggio -. È la preistoria che parla. E qui c’erano pure elefanti, rinoceronti e leopardi. Ma ne è passato di tempo".

E' la visita al primo museo. Lo stesso, appunto, che visitò anche Serra venticinque anni fa. Da qui in poi gli incontri saranno tanti, tantissimi e di varia natura.

Personaggi singolari, tradizioni antiche e scorci paesaggistici mozzafiato. Uno degli incontri da non dimenticare, ad esempio, è quello con l'attrice Lella Costa. "Mi ha accolto senza troppi convenevoli - racconta Giovannelli - e con una simpatia reale e forte mi ha chiesto di raccontarle il viaggio".

Ma il percorso continua e dopo la Liguria arriva la Toscana. Ventimiglia, Alassio e Cinque terre sono passate. Ora c'è Viareggio. La cittadina in cui un poco più di un anno fa, il 29 giugno per la precisione, persero la vita 32 persone.

"Nel piazzale all’inizio della via, di fianco a un piccolo supermercato - scrive Giovannelli - è stata costruita la “casina dei ricordi”. Appena entro resto senza fiato. Le pareti sono tappezzate di foto, ritagli di articoli, poesie, disegni di bambini, vignette".

Un'altra tappa è andata, un altro pezzo di Italia è stato scoperto. Il passo successivo è il Lazio, la regione d'origine di Giovannelli che, appunto, è un viterbese. Nel suo viaggio in vespa sul litorale è prevista una sosta a Tarquinia.

Giovannelli la conosce bene. "Ricordo che da bambino non ci permettevano di vedere alcune delle tombe etrusche - scrive -. Erano “vietate ai minori” per le troppe scene di sesso".

Proseguendo verso sud il vespista arriva a Gaeta. Qui c’è una nava appartenuta a Hitler che ora apartiene a Georgette Ranucci, una narratrice. Poi c'è Positano, costiera amalfitana dove Giovannelli incontra Michele Cinque, direttore di Positanonews.

Il viaggio è ancora lungo. L'ultima tappa, la 30esima, sarà Trieste.

Ma perché Marco Giovannelli ha deciso di intraprendere questo viaggio e, in particolare, perché in vespa? Ecco le risposte che lui stesso ha dato ai lettori del suo quotidiano online Varesenews in un'intervista.

Prima curiosità: come è nato l'amore per la Vespa? In molti non la considererebbero il mezzo migliore per un viaggio così lungo...

"La prima Vespa l'ho avuta con un prestito, poi trasformatosi in regalo, da Nadia una carissima amica conosciuta grazie al Circolino di Bosto. Il Circolino, tra l'altro, è il luogo da cui poi sarebbe nato anche VareseNews.
La passione vera e propria per la Vespa, però, nacque dalla visione di "Caro Diario" di Nanni Moretti: si tratta di un amore recente, nato a 35 anni, da giovane non ho mai avuto interesse per scooter, moto o mezzi del genere. Da lì, però, non mi sono più staccato ed ho sempre viaggiato in Vespa, a parte una pausa forzata".

Cioè?
"L'unico periodo di separazione dalla Vespa risale a circa due anni fa, quando dopo un incidente rimasi fermo a letto per alcuni mesi. Pensavo che non ne avrei più presa un'altra perché mi ero spaventato, in realtà l'astinenza è durata solo nove mesi, poi ho sentito subito l'esigenza di tornare "in sella"".

L'idea di realizzare questo viaggio, però, ha preso seriamente forma solo in quel periodo di convalescenza…
«È vero, quella pausa fu quasi… terapeutica. Già da una decina di anni, dopo aver letto il libro di Michele Serra, mi era entrata in testa l'idea ripercorrere il suo viaggio, ma non trovavo la chiave di lettura adatta a riproporlo in modo originale. In quei giorni senza Vespa, costretto a letto, mi avvicinai al mondo dei social network, come i blog o Facebook. Da lì l'illuminazione: il modo di viaggiare, da Michele Serra a oggi, è cambiato ed è differente, perché oggi c'è la tecnologia".

Il blog del viaggio in Vespa di Marco Giovannelli


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