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Reggio Calabria - Nuovo attentato della 'ndrangheta al magistrato
Bomba davanti alla casa del procuratore Di Landro
Viterbo - 26 agosto 2010 - ore 9,45

- Bomba davanti alla casa del procuratore di Reggio Calabria.

C'è la mano della 'ndrangheta, dietro all'attentato compiuto la scorsa notte, ai danni del procuratore generale di Reggio Calabria Salvatore Di Landro.

L'atrio dell'appartamento del magistrato è stato fatto saltare in aria intorno alle 2 del mattino. Anche le abitazioni vicine sono rimaste danneggiate.

Ma il bilancio, che ammonta a soli danni materiali, avrebbe potuto essere ben più pesante. La bomba era confezionata col tritolo e posizionata proprio davanti all'ingresso dell'abitazione del magistrato, che si trova in pieno centro.

"Contro di me - ha dichiarato Di Landro - c'é stata una tensione malevola e delittuosa crescente da parte della criminalità organizzata. Vogliono farmela pagare, evidentemente, perché ho sempre fatto il mio dovere di magistrato".

Quello della notte scorsa è solo l'ultimo di una lunga serie di attentati ai danni della Procura e dei magistrati.

All'inizio del 2010, il 2 gennaio, un ordigno artigianale fu posizionato davanti al portone della Procura generale di Reggio Calabria.

Poi, le lettere con proiettili e minacce di morte ai pm Giuseppe Lombardo e Antonio Di Bernardo, della Direzione distrettuale antimafia (Dda). L'autobomba preparata per il giorno della visita del presidente Napolitano.

E, infine, i sabotaggi delle auto dei magistrati. La cartuccia caricata a pallettoni sul parabrezza del procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo. E la ruota della macchina di Di Landro che, a luglio, si staccò improvvisamente, mentre il magistrato non era a bordo e il suo autista l'aveva presa per recarsi in città a fare delle commissioni.

Chiari segnali inviati ai magistrati reggini, tutti nel mirino della 'ndrangheta.


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