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19enne suicida - L'avvocato della famiglia lancia un appello: "Chiunque sa, parli" - In particolare il legale invita a farsi avanti una psicologa a cui la giovane disperata si era rivolta
La ragazza fu violentata nei bagni pubblici
Viterbo - 17 aprile 2010 - ore 3,35

- “Chiunque sappia qualcosa ce lo dica. Ci aiuti a fare luce su questo caso”.

Così Angelo Di Silvio, l’avvocato dei genitori della 19enne di origini sudamericane che si era impiccata lo scorso 27 novembre in una stanza della casa di accoglienza nel quartiere Cappuccini a Viterbo.

La squadra mobile aveva aperto un'indagine per fare luce sui motivi che avevano spinto la ragazza a uccidersi. All'interno della stanza della struttura, dove era stata trovata, non c'erano biglietti o messaggi che potessero motivare quel gesto.

“Il caso era stato archiviato, perché dopo i primi accertamenti e dopo aver ascoltato diversi ragazzi – spiega Di Silvio – non era emerso niente di rilevante. Si trattava di suicidio. Caso chiuso”.

Qualche mese fa la svolta che ha rimesso tutto in discussione. “Le pagine del diario della ragazza - racconta l'avvocato - sono state spedite a casa dei genitori. All’interno della cassetta delle lettere i due coniugi hanno infatti trovato un cd contenente le pagine scannerizzate del diario, mai trovato, della ragazza”.

Sembra che grazie a quelle pagine, i genitori abbiano risposto all'interrogativo che per mesi li ha perseguitati, chiedendosi perché mai la loro figlia fosse arrivata a tanto. “Il caso si è riaperto a febbraio quando i genitori si sono trovati tra le mani quelle pagine – spiega Di Silvio –. Non si sa chi le abbia spedite. Qualcuno che probabilmente ha il diario.

I genitori hanno subito riconosciuto la calligrafia della figlia – continua – . All'interno del diario sono descritti i dettagli delle violenze che la giovane avrebbe subito tra il gennaio e il febbraio del 2006 da parte di un ragazzo di Rignano Flaminio. Fatti sui quali aveva taciuto, probabilmente, per timore”.

All'inizio la storia della rottura con il fidanzato dell’epoca sembrava essere la strada più battuta dagli inquirenti. “I genitori si spiegavano il cambiamento di umore della giovane con il fatto che si fosse lasciata con il ragazzo - ricorda l'avvocato -. La 19enne, infatti, era diventata sempre più stanca e amareggiata. Si era chiusa in se stessa.

La ragazza – prosegue – dalle pagine del suo diario parla di una prima violenza nel gennaio del 2006, a casa di questo ragazzo che lei conosceva, perché prima di trasferirsi a Montefiascone abitava proprio a Rignano. In quell’occasione parla del suo maglione strappato. Un dettaglio che aveva notato anche la madre quando quella sera era rientrata a casa. E poi delle calze strappate, del sangue e dei lividi che le erano rimasti per alcuni giorni”.

Dopodiché un altro episodio. “La ragazza poi racconta un altro caso di violenza, questa volta a Viterbo, all’interno di bagni pubblici, anche se non sappiamo quali precisamente. Una vicenda che lei definisce più brutale della prima, perché le avrebbe fatto ancora più male”.

Ed è proprio dopo aver letto le confessioni della loro figlia che i genitori avrebbero deciso di presentare alla procura di Tivoli una denuncia nei confronti di quel ragazzo di cui si parla nelle pagine del diario.

“Abbiamo deciso di rendere pubblica la cosa – conclude il legale – perché chi sa, ci dica come stanno le cose. Ci rivolgiamo anche alla psicologa, di cui non abbiamo nome e cognome, ma che viene menzionata nel diario, perché è a lei che la 19enne si era rivolta per fare un test su una sua presunta gravidanza.

Se è a conoscenza di qualcosa, indipendentemente da tutto, si faccia avanti per darci una mano”.


Chiunque sappia qualcosa sulla terribile vicenda della ragazza può anche rivolgersi alla redazione di Tusciaweb.

Malibox: redazione@tusciaweb.it

telefono: 3387796471

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