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Viterbo - Il presidente del patronato Acli Renzo Salvatori lamenta l'impossibilità di assistere le fasce deboli
Sostegni economici a malati, attese interminabili
Viterbo - 10 dicembre 2010 - ore 12,45

Riceviamo e pubblichiamo - Ormai da troppo tempo si sta verificando una disattenzione verso le problematiche connesse all'invalidità civile, l'assegno di accompagnamento e l'applicazione della legge 102/2009, che non è più possibile sottacere, anche perché numerosi cittadini utenti stanno accusando il Patronato di scarsa tutela, tant’è che cercano di rivolgersi direttamente all’Inps, come dimostra anche l’avviso ai patronati diffuso a firma “direzione provinciale Inps” dove si afferma tra l’altro: “….è onere dei patronati prendere contatti con gli uffici Inps e non degli interessati patrocinati…” a dimostrazione della perduta pazienza degli utenti che vanno alla ricerca di altre tutele, magari puntando su conoscenze personali.

Le categorie di cui ci stiamo occupando sono tra le più bisognose di attenzione. Ci riferiamo a persone non autosufficienti che necessitano di assistenza continua e di supporti economici e personali che le leggi del nostro Stato hanno istituito.

Ma se l’applicazione della legge avviene con i tempi biblici come è attualmente è come se la stessa non esistesse.

Entriamo nel dettaglio dei fatti:

A) Concessione del permesso di congedo straordinario per un anno a favore di un famigliare che si rende disponibile ad assistere il parente malato.

Normalmente trattasi di malati che vengono assistiti a casa in famiglia, con notevole impegno da parte delle famiglie che consentono un risparmio economico allo Stato evitando che il malato fosse ricoverato in struttura assistenziale pubblica.

Questa pratica, secondo lo spirito del legislatore, dovrebbe essere definita nel giro di pochi giorni, stando la necessità di presenza accanto al malato. Invece capita che passano mesi o addirittura viene comunicato il riconoscimento del diritto, quando l’anno di concessione è già scaduto o il malato è deceduto.

B) Per l’invalidità civile la legge 102 del 2009 stabilisce l’invio telematico dei certificati medici ed assegna un tempo massimo di 120 giorni per la liquidazione delle prestazioni.

Questi tempi non vengono assolutamente rispettati. In questi giorni sono state chiamate a visita persone che hanno presentato domanda ad aprile.

Per di più l’Inps ha comunicato “che dal 1 settembre 2010 i verbali relativi all’invalidità civile con provvidenza economica, potranno subire una sospensiva da parte della commissione medico legale per accertamenti diretti sulla persona”.

La legge prevede la presenza del medico Inps nella commissione perché la decisione possa essere contestuale. Viene da chiedersi quale funzione abbia allora la presenza del medico Inps nella commissione medica se poi la decisione della stessa, nella maggior parte dei casi e non sporadicamente, viene rimessa in discussione.

Tra l’altro, l’attuale organizzazione del lavoro nella gestione dei verbali da validare ha creato un blocco ed un disorientamento tale che gli stessi uffici Inps non sono a volte in grado di dare notizie sull’iter della pratica della quale si perdono le tracce.

C) Per il certificato medico da inviare telematicamente all’Inps, alcuni medici di famiglia o non sono abilitati o si sottraggono all’incombenza, indirizzando il paziente ad altro medico “certificatore” che richiede per il certificato fino ed oltre i cento euro.

Spesso chi avanza richiesta di riconoscimento di invalidità civile appartiene alla classe dei “poveri assoluti” con oggettive difficoltà economiche. Occorre che si stabilisca una tariffa decorosa, equa accessibile e possibilmente uguale per tutti.

D) Il pagamento delle indennità di accompagnamento sta avvenendo con ritardi enormi vanificando l’utilità della stessa provvidenza che a volte è l’unica fonte di entrata o comunque dovrebbe concorrere a sostenere la spesa per l’aiuto al malato. Vi sono casi risolti positivamente, con avvenuta richiesta di documenti da sette/otto mesi e non ancora liquidati.

E) Per le pensioni in scadenza per revisione, la legge stabilisce che 180 gg. Prima della scadenza, l’Inps dia corso alla procedura.

Lo scopo è ovviamente quello di garantire all’assistito che mantiene il diritto, di non subire una interruzione nell’erogazione del contributo economico. Ciò non avviene ed alla scadenza del termine viene sospeso il pagamento della pensione in attesa che il titolare sia richiamato a visita ed abbia la riconferma dello stato di invalidità. Nel frattempo passano mesi senza che lo stesso riceva provvidenze economiche.

F) La legge 80 del 2006 assegna per le patologie gravi un termine di 15 giorni per la chiamata a visita e definizione della pratica. A Viterbo questa norma è purtroppo disattesa.

Fiduciosi in una ripresa di coscienza di tale importante e grave problematica ed a disposizione per eventuali incontri e produzione di atti, si ringrazia per l’attenzione e si porgono distinti ossequi.

Renzo Salvatori
Presidente del patronato Acli Provinciale di Viterbo


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