Riceviamo e pubblichiamo
- Lungo, accalorato, polemico, allusivo, l’intervento del dirigente scolastico del Liceo “Buratti”.
La preside si affanna a spiegare il “chiasso” e “le piazzate” degli studenti e degli insegnanti del “Santa Rosa”, neanche fosse stata lì in mezzo al corteo! Per di più si avventura in giudizi di valore intempestivi che forse non le competono.
A dire il vero non eravamo sotto le finestre del Liceo di via T. Carletti, perché non con il Buratti polemizzavamo. Quale il vantaggio di una guerra tra le più prestigiose e storiche istituzioni scolastiche della Tuscia? No, il bersaglio della protesta erano e restano gli amministratori del Comune e della Provincia, il loro operato, la loro scarsa sensibilità.
Primo: perché anche il “Santa Rosa” ha i requisiti (documentati) per l’assegnazione del liceo musicale; secondo: perché anche il “Santa Rosa” ha rispettato le regole procedurali nei giusti tempi (documentabile); terzo: perché anche il “Santa Rosa” ha seguito una linea trasparente e tempestiva.
Di fatto invece l’azione degli amministratori ha pesantemente penalizzato il “Santa Rosa” togliendogli una pari opportunità.
Quanto a lei, gentile preside del Buratti, vorremmo testimoniarle il nostro rammarico per il suo fraintendimento.
Il “Santa Rosa” non merita i suoi toni inquisitori e il suo “j’accuse”. Non si addicono al mondo della cultura! E ci creda: nessuna strumentalizzazione, nessuna logica clientelare, nessuna furbizia alla base del nostro operato. Solo amore, amore per la Scuola e per la nostra onorata professione e sdegno, infinito sdegno, per un diritto disconosciuto!
Tutti gli organi collegiali dell’Istituto “Santa Rosa da Viterbo”