Riceviamo e pubblichiamo - Se Gabriele, il mio bambino cerebroleso, e i tanti bambini seguiti alla Airri di Viterbo potessero parlare, di sicuro
manifesterebbero il profondo affetto che nutrono nei confronti dei terapisti e dei medici che si prendono cura di loro e li assistono nel duro percorso riabilitativo.
In questi ultimi mesi, a causa della politiche regionali che hanno tagliato i fondi alle strutture sanitarie, siamo tutti piombati nell’angoscia: i medici e i terapisti sono stati costretti a ridurre visite e terapie necessarie ai piccoli pazienti e vivono nell’incertezza per la loro condizione di precari con contratti a termine.
Noi genitori, già stanchi per le battaglie condotte a scuola alla ricerca di ore di sostegno non sufficienti per tutti, vogliamo gridare a gran voce che la politica non è dalla parte dei più deboli.
I nostri figli non possono desiderare come gli altri giocattoli per Natale, ma anche per giocare hanno bisogno dei loro terapisti.
Si può pensare di risparmiare su questo?
Maria Stefania Gianforte