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Ronciglione - I maggiori esperti del settore a una conferenza sul tema
Lago di Vico, si faccia subito qualcosa
Viterbo - 12 dicembre 2010 - ore 20,00

Riceviamo e pubblichiamo - Si è svolta presso la sala delle conferenze della Banca di Credito Cooperativo, il giorno 11 dicembre 2010, un’importante riunione sul tema: “Il lago di Vico – L’acqua potabile – Quali iniziative? Per il diritto all’informazione corretta - Per il diritto all’acqua potabile”, organizzata dal Comitato acqua potabile.

Nella riunione, presenti numerosi cittadini, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle associazioni ambientaliste, fra cui Wwf Lazio, Accademia Kronos, Aics Ambiente Lazio, Associazione Ronciglione Viva, assenti gli amministratori sebbene invitati del Comune di Ronciglione e Caprarola, sono state focalizzati:

a) l’attuale situazione sull’inquinamento del Lago di Vico, le cui acque servono da approvvigionamento idrico per i Comuni di Caprarola e Ronciglione;

b) il problema dell’arsenico nelle acque potabili del viterbese e la mancata ulteriore deroga richiesta dal Governo alla Ue alla elevazione dei limiti a 50 microgrammi;

c) le questioni legate alla mancanza d’informazione corretta;

d) le iniziative per la sensibilizzazione dei cittadini e degli amministratori, fra cui le richieste di rimborso e le autoriduzioni effettuate sul pagamento del canone acqua 2010.

Hanno relazionato Antonella Litta, della Isde (Associazione Medici per l’ambiente), Giuseppe Nascetti, prorettore dell’Università della Tuscia, Ezio Gagliardi, specialista in Genetica medica e Scienza dell’alimentazione, Massimo Pistilli, consulente del Comitato acqua potabile, che hanno evidenziato gli aspetti inquietanti dovuti all’inquinamento delle acque, rispetto la salute dei cittadini. Coordinatori della riunione Ennio La Malfa, presidente dell'accademia Kronos e Raimondo Chiricozzi presidente del comitato provinciale Aics.

Alessandro Urbani, segretario regionale WWF, ha comunicato l’attività effettuata dal WWF Lazio, per la bonifica del sito NBC (Centro Chimico militare) ubicato sulle sponde del Lago.

Riccardo Catini, del Foro di Viterbo, ha risposto ad alcune domande rispetto le richieste di rimborso del 50% del canone pagato e non dovuto in quanto acqua dichiarata non potabile ed ha chiarito in particolare che il Comune è il primo a non aver rispettato il regolamento ed inoltre normative specifiche non permettono che l’acqua venga pagata a forfait, ma a consumo.

Diego Piermattei, rappresentante del partito dei Verdi, ha con foga rivendicato il diritto all’acqua potabile, tacciando di gravi inadempienze le amministrazioni comunali e le istituzioni.

De Marchis, dell’Università la Sapienza di Roma, nelle vesti di Babbo Natale ha presentato ai cittadini tozzetti e ciambelline all’alga rossa, acqua all’arsenico e sacchetti di carbone per gli amministratori e le istituzioni.

Giuseppe Nascetti ha esordito dicendo che finalmente è ormai consolidato che la salute dell’uomo è legata alla salute dell’ambiente. Ha con chiarezza presentato un quadro allarmante dell’inquinamento del lago di Vico, che ha definito recuperabile, perché è possibile trovare soluzioni. Ha ricordato che molto tempo è trascorso nel tentativo degli ecologisti di far capire, purtroppo inutilmente, la necessità d’intervenire per modificare la situazione che si è andata gradatamente aggravando.

Dalla sua interessante esposizione, illustrata dalla presentazione degli studi, fatti dall’Università della Tuscia, abbiamo avuto conferma che il lago di Vico, pur essendo un sito d’importanza comunitaria sottoposto a tutela e sede della Riserva naturale del Lago di Vico, è ormai eutrofico, stato ecologico classe 4 tra sufficiente e scadente, che l’alga rossa o planktotrix rubescens ha trovato nelle sue acque l’ habitat naturale e che è ormai inevitabile ed urgente intervenire sulle cause che derivano in maggior parte dal rapporto squilibrato tra azoto e fosforo, dovuto all’apporto esagerato di nutrienti.

La situazione delle acque del lago sta progressivamente peggiorando e l’ossigeno nelle acque nel 2010 non è più presente oltre i 12-15 metri. Che nei sedimenti del lago ci sono idrocarburi, cadmio, mercurio, nickel e un’enorme assurda quantità di arsenico che potrebbe essere captato dalle prese d’acqua.

In un carotaggio recentissimo sono stati trovati 1,5 grammi di arsenico per chilo di sabbia. Significano tonnellate di arsenico nel fondo del lago, forse provenienti dal Centro Chimico NBC.

La mancanza di interventi immediati porterà come conseguenza nell’arco di tre anni all’aspetto più appariscente di un lago colorato di rosso vivo o amaranto e nel 2015, data in cui l'Unione Europea emanerà le procedure d’infrazione, a danni rilevantissimi dal punto di vista economico: non ci sarà più tempo per salvare le coltivazioni agricole, perché verrà imposta per legge la loro trasformazione.

Se non verranno fatti interventi che ne sarà del turismo? Come fare per far comprendere alle istituzioni la necessità di interventi immediati? Perché i responsabili lasciano marcire i problemi, nascondendo sotto la sabbia la loro testa?

La drssa Antonella Litta ha messo in evidenza quanto sia dannoso l’uso domestico di acqua inquinata da arsenico, da microcistine cancerogene o da altri inquinanti soprattutto per i bambini. Ha anche ricordato l’articolo 5 del nuovo codice di deontologia medica, che tra i compiti fondamentali del Medico mette quello di preoccuparsi dell’ambiente e della sua tutela.

Ha ricordato l’articolo 32 e l’articolo 9 della Costituzione che tutelano la salute e il paesaggio. Infine le leggi europee che chiedono di rispettare il principio di precauzione e invitano a mettere in atto iniziative preventive per la salute.

Rispetto al lago di Vico ha ricordato la situazione gravissima e le interrogazioni di parlamentari italiani e europei di tutti i partiti politici e la minaccia di procedure d’infrazione del Commissario europeo all’ambiente.

Dall’intervento della Litta, che, in quanto medico, ha voluto informare correttamente la popolazione dei rischi sanitari, come comitato acqua potabile vogliamo approfondire alcune questioni, che ci impongono di porre alcune domande alle istituzioni e amministrazioni locali, ma anche provinciali, regionali e nazionali:

- Perché dopo tanti anni di deroghe, che per legge facevano divenire potabile acqua avvelenata d’arsenico, non sono stati ancora dotati gli acquedotti di dearsenificatori?

- Perché dopo la non concessione della ulteriore deroga, non sono state emesse, le ordinanze di non potabilità delle acque (salvo che dal sindaco Ciancolini di Vitorchiano) con arsenico superiore ai 10 microgrammi?

- Perché non vengono messe in piedi, per le popolazioni, per gli ospedali, per le scuole, per gli esercizi pubblici alimentari, forme alternative alla distribuzione di acqua avvelenata?

- Perché ci sono burocrati, sindaci e assessori che, ingannando la popolazione, forse per non confessare le proprie colpe, avendo disatteso alle loro responsabilità, continuano a nascondere la realtà?

- Come è possibile ancora prelevare acqua dal Lago di Vico, con tutti i problemi gravi di inquinamento che presenta e continuare a distribuirla, quando anche i sistemi di potabilizzazione sono inefficaci? (Lo afferma la Asl Vt che ha chiesto e richiesto di portare nei paesi acqua potabile con autobotti).

E ancora:

- Perché le forze politiche i movimenti sindacali e gli amministratori che non sono stati complici di coperture e insabbiamenti, non fanno sentire la loro voce?

- Perché nonostante le evidenti mistificazioni della realtà, non sembra siano stati presi provvedimenti da parte della magistratura?

- A chi i cittadini debbono rivolgersi perché vengano fatte rispettare le leggi della Repubblica Italiana, che tutelano la salute, il diritto all’acqua potabile, il diritto all’informazione corretta, il diritto ad un ambiente sano?

Gagliardi ha poi portato a conoscenza di ricerche precise fatte ultimamente che hanno confermato, in acque distribuite in alcune vie di Ronciglione, livelli di uranio altissimi costanti tra 48-50 microgrammi per litro, i più alti d’Italia.

Gagliardi ha ricordato i dati di analisi delle acque effettuate da circa 10 anni fa cghe parlavano già di valori allarmanti e analisi sui capelli di alcune persone per verificare il bio-accumulo di inquinanti. Gli studi e le proposte sono stati presentate alle amministrazioni provinciali, regionali e sanitarie ma non sono servite a nulla.

Ha anche affermato di aver detto la stessa cosa circa un anno fa, ma nemmeno i cittadini hanno compreso la gravità della situazione. Rispetto l’arsenico in tutti i Comuni del Lazio è stata richiesta in maniera spudorata la deroga a 50 microgrammi, perché nessuno di questi aveva predisposto accorgimenti per la sua riduzione, nonostante i cosi irrilevanti a confronto ai danni per la salute.

Si è infine messo a disposizione, per effettuare gratuitamente presso strutture idonee, le analisi sui capelli, in maniera che ogni cittadino possa essere in grado di constatare quanto la propria vita sia stato contaminata da sostanze nocive.

Massimo Pistilli, consulente del Comitato acqua potabile, ha affermato: “la funzione assunta dallo Studio legale rispetto l’acqua potabile a Ronciglione e Caprarola è stata quella di ottenere attenzione al problema da parte degli amministratori, che al contrario non hanno inteso ascoltarci.

Anche questa mattina e ciò è inaccettabile sono assenti. Dal mio punto di vista , la richiesta di rimborso e la stessa autoriduzione dovevano essere una sollecitazione. E’ chiaro - ha detto ancora Pistilli - che le stesse iniziative non le avremmo fatte nei confronti del Comune di Vitorchiano, che immediatamente ha emesso l’ordinanza di non potabilità dell’acqua e l’ha diffusa ai cittadini”.

Dalle amministrazioni di Ronciglione e Caprarola, infatti, ci si aspettava un cambiamento di linea, cosa che non è avvenuta. Erano auspicabili maggiore attenzione alla salute dei cittadini e alla loro corretta informazione, ritenendo che dovessero spendersi per lo stesso nostro obbiettivo e cioè la stessa soluzione del problema e il rispetto del diritto all’acqua potabile.

Il costo dell’acqua quando non è potabile è della metà. Le sentenze dei Tribunali, della Cassazione, della Giurisprudenza, del TAR del Lazio, il provvedimento C.I.P., la direttiva CEE, le leggi italiane, hanno dato ragione ai cittadini che hanno richiesto il rimborso del 50% del canone acqua pagato, in quanto acqua non potabile.

“L’ azione era quindi un’azione mirata e strategica volta alla soluzione del problema - ha continuato Pistilli - ma siamo stati costretti a cambiare strategia e quindi dobbiamo rivolgerci al Giudice ordinario, perché venga riconosciuto il diritto dei cittadini all’acqua potabile. Abbiamo, inoltre, intenzione di richiedere oltre al rimborso il riconoscimento dei danni patrimoniali. Stiamo ragionando sulla opportunità di richiedere anche il danno biologico”.

Dopo altri interventi dei cittadini di richiesta di chiarimento, la riunione si è chiusa con l’auspicio che le istituzioni pongano in essere tutte le iniziative possibili volte al riconoscimento dei diritti dei cittadini, in primis all’acqua potabile.

Il comitato fa proprie le riflessioni e le proposte scientifiche che l’incontro ha fatto emergere con precisione. Alla luce di ciò, invita i sindaci a osservare il principio di precauzione dettato, prima che dalle leggi, dal buon senso.

Per i comuni interessati dai problemi dell’inquinamento delle acque e dal problema dell’arsenico presente nell’acqua distribuita alle popolazioni con livelli superiori ai 10 microgrammi litro, invita i sindaci ad emettere ordinanze di non potabilità dell’acqua.

Rispetto le questioni riguardanti l’acqua potabile a Ronciglione, giudica inaccettabile l’affermazione che l’amministrazione comunale di Ronciglione fa, quando a firma del segretario comunale mette in mora i cittadini che si sono autoridotti del 50% il canone acqua perché non potabile e che, se non verrà eseguito il pagamento, il Comune potrebbe procedere alla sospensione della fornitura dell’acqua, in quanto citata nella norma di un regolamento, che per primo non ha mai rispettato e applicato.

Tale affermazione è solo una intimidazione vergognosa, che oltre tutto non potrà essere eseguita, perché contraria alle leggi dello stato italiano. Non possiamo e non vogliamo credere, che tra gli amministratori del Comune di Ronciglione, ci sia anche chi voglia procedere in questo senso, calpestando le leggi Italiane e i diritti dei cittadini.

Il Comitato acqua potabile invita, allora, l’amministrazione comunale di Ronciglione a rivedere la decisione esternata dalla lettera della dr.ssa Cogliano, e evitare lettere intimidatorie e di messa in mora dei cittadini.

Raimondo Chiricozzi


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