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L'opinione di un candido democristiano - Renzo Trappolini al vescovo Chiarinelli
I viterbesi continuino a guardare avanti
di Renzo Trappolini
Viterbo - 12 dicembre 2010 - ore 2,40

Renzo Trappolini
- Un saluto anzi la preghiera di continuare ad insegnare ai viterbesi a guardare avanti.

Destinatario Lorenzo Chiarinelli, vescovo emerito di Viterbo e, come tale, per sempre congiunto con la storia della città e della diocesi.

Non poteva descrivere con maggiore nitidezza e coraggio lo stato della Tuscia. Parole anche dure che solo un padre saggio e che vuol bene ai figli sa dire: per monsignor Chiarinelli, la Tuscia è una terra “nella quale le tante memorie sono eredità preziose, ma per la quale il futuro è un bisogno e un compito”.

In pratica, giusto riscaldarci col passato, ma la cosa riesce bene a chi i piedi caldi li ha già. Per i giovani e per la crescita economica, guardare avanti, al futuro è invece “il bisogno”, cioè non se ne può fare a meno, pena il restare indietro.

Per chi ha responsabilità è “compito”, cioè dovere. Il successore del vescovo Lorenzo, monsignor Lino Fumagalli, a quanto se ne sa, è uomo ben consapevole di come per i cattolici il momento presente sia fonte di ricerca, non esaurita, di ruolo civile.

Certamente non come partito (sempreché una forma di partito in qualche maniera ideologico possa ancora aver cittadinanza nei modi dell’impegno civile). Ma come singoli in grado di trovare sul “territorio”, dove vivono forme di dialogo e di proposta su cose concrete da fare per la dignità della persona, la solidarietà, la sussidiarietà, in definitiva per il bene comune.

Principi costituzionali questi e anche cristiani da far seguire per riaccendere il desiderio in quei 2.200.000 italiani, che sono anche qui e che, rileva il Censis, non studiano, non lavorano e non hanno voglia di cercare un’occupazione.

Non si fidano più della società costruita da quelli di noi con qualche anno. Per tornare affidabili, forse, ci sarà bisogno di un po’ più di morale e di meno furbizie.

Grazie vescovo Chiarinelli di averci indicato obiettivi, bisogni e doveri. Chi lo fa più, ormai?

Renzo Trappolini


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