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Politica - La senatrice Allegrini invia una lettera-appello a Berlusconi e Fini
Governo, superiamo la crisi senza ribaltone
Viterbo - 12 dicembre 2010 - ore 10,45

La senatrice Laura Allegrini
Riceviamo e pubblichiamo la lettera appello che, insieme ad altri 15 deputati e senatori del Fli e del Pdl è stata inviato a Berlusconi e a Fini per tentare, prima del voto di fiducia, un’ultima soluzione alla crisi - Premesso che:

l’imminente voto di fiducia rischia di precipitare il paese in un clima di instabilità e verso lo scioglimento anticipato delle Camere;

la difficile congiuntura internazionale impone la massima mobilitazione per superare la crisi della maggioranza, nel rispetto delle indicazioni emerse dal voto popolare e nella direzione di un rilancio del programma del Governo e di un suo adeguamento alle mutate condizioni economiche in cui l’esecutivo è chiamato ad operare;

sussiste altresì la necessità di ricostruire una corretta dialettica nel centrodestra, superando definitivamente le astiose polemiche che hanno fatto da sfondo alla nascita di Futuro e Libertà;

è necessario ribadire con forza la volontà di escludere e contrastare ogni scorciatoia in odore di “ribaltone” ed ogni proposta che violi il mandato popolare espresso nelle urne in favore di Silvio Berlusconi, Premier di una maggioranza di centrodestra al governo dell’Italia;

esistono ancora i margini per trovare un ragionevole compromesso, rispettoso dei punti fin qui richiamati ed al tempo stesso capace di accogliere le proposte più costruttive e qualificanti avanzate da Futuro e Libertà;

è infatti possibile, pur senza le preventive dimissioni del premier, realizzare di fatto un Berlusconi bis, una seconda fase della legislatura che rafforzi il Governo e la maggioranza e rilanci la stagione delle riforme condivise.

Tutto ciò premesso, i sottoscritti parlamentari propongono al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e al presidente della Camera, Gianfranco Fini, un percorso finalizzato alla soluzione della crisi.

In particolare, è necessario aprire un tavolo in grado di approfondire, a partire dall’interno della coalizione uscita vincente dalle scorse elezioni, tre questioni destinate ad implementare i cinque punti che già avevano costituito la struttura del documento sul quale Silvio Berlusconi aveva chiesto ed ottenuto la fiducia dal Parlamento alla fine dello scorso mese di settembre.

Ci riferiamo a tre punti programmatici posti al centro del dibattito dal presidente Gianfranco Fini, a nostro avviso meritevoli, alle condizioni che ci accingiamo ad esporre, di diventare patrimonio dell’intero centrodestra.

La riforma elettorale, finalizzata a consentire una scelta consapevole da parte dell’elettore del parlamentare al quale intende affidare il suo voto e la conservazione del premio di maggioranza in favore della coalizione vincente, vincolato però al conseguimento di una percentuale di almeno il 40% dei suffragi, rappresentano un obiettivo condiviso, purché ricondotte all’interno di una riforma costituzionale che contempli l’elezione diretta del premier da parte dei cittadini;

L’apertura di una stagione di concertazione, destinata a recepire le intese già maturate tra le parti sociali, inserendole in una più complessiva strategia di rilancio dello sviluppo e della crescita economica, è altrettanto condivisibile ma costituisce un’esigenza di metodo che, per essere riempita di contenuti, richiede tempo e grande attenzione nella preventiva valutazione delle risorse effettivamente disponibili, per avviare riforme ed assumere impegni confortati da adeguate coperture finanziarie;

Infine il superamento del clima di scontro e di polemica che ha devastato negli ultimi mesi il centrodestra, non può essere avviato solo con un generico riconoscimento della cosiddetta “terza gamba” della coalizione e quindi del contributo di “Futuro e Libertà” all’azione di Governo.

E’ necessario ripensare complessivamente l’intero impianto costitutivo della coalizione del centrodestra, valutando la possibilità di dar vita ad un patto federativo o comunque fissando regole condivise e garanzie reciproche di consultazione.

È chiaro che questi tre punti devono essere approfonditi ed accettati dai vertici del Pdl, della Lega e del Fli, preliminarmente rispetto a qualsiasi ipotesi di allargamento della maggioranza.

La prospettiva di un’ inclusione dell’Udc nel Governo è senz’altro positiva, in un contesto in cui la maggioranza sia in grado unitariamente di costruire un’ipotesi di apertura e coinvolgimento nei confronti del partito di Pier Ferdinando Casini.

Sulla base dell’accettazione di massima dei tre punti sopra richiamati e quindi di una verifica di un eventuale allargamento della maggioranza, chiediamo a Silvio Berlusconi ed a Gianfranco Fini di aprire un confronto di merito, per precisare contenuti e tempi di attuazione di queste scelte.

Si tratta di materie che, per la loro complessità, non possono certo essere affrontate in pochi giorni. È pertanto nostra convinzione che si debba procedere, una volta acquisita la disponibilità di Berlusconi e di Fini, ad avviare un confronto sui contenuti di questo documento, superando lo scoglio del voto di fiducia attraverso la non partecipazione dei parlamentari di Futuro e Libertà al voto del 14 dicembre e l’approvazione di un cronogramma dei lavori dei tre tavoli di maggioranza sui temi della riforma costituzionale ed elettorale, sulle materie economiche e fiscali e su una nuova possibile articolazione del centrodestra.

Il cronogramma dovrebbe prevedere la conclusione dei lavori entro il mese di gennaio. Sulla scorta di questo approfondimento programmatico il Governo dovrà ripresentarsi nel mese di febbraio in Parlamento con un nuovo documento arricchito ed implementato dai contenuti maturati attraverso il confronto nella maggioranza.

Solo a questo punto sarà finalmente possibile valutare un allargamento all’Udc della coalizione di Governo.

In meno di tre mesi l’Italia uscirebbe da questa difficile situazione di crisi, ritrovando stabilità con un Governo saldo alla guida del Paese presieduto dal Silvio Berlusconi.

Abbiamo ritenuto fosse nostro dovere di classe dirigente non rimanere spettatori di una pericolosa escalation, dando invece vita ad un estremo tentativo di mediazione, fondato sulla speranza che il buonsenso, la moderazione ed un sussulto di responsabilità possano infine prevalere, come auspicano le forze sociali, le categorie produttive e la grande maggioranza del popolo italiano.

Laura Allegrini
Senatrice


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