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L'alambicco di Antoniozzi
Se questa è cultura...
di Alfonso Antoniozzi
Viterbo - 13 dicembre 2010 - ore 1,40

Alfonso Antoniozzi
- La scorsa settimana mi è capitato di fare un viaggio a Grosseto, dove il mio ottimo amico e collega Arturo Cirillo era in tournée con "Otello" di Shakespeare.

Vi prego di immaginare il mio stupore quando, davanti al teatro degli Industri, ho visto che il pubblico in attesa di entrare era formato in prevalenza da ragazzi dai diciotto ai venticinque anni, e sulla locandina era applicato lo striscione "teatro esaurito".

Raggiungere il teatro non è semplicissimo con l'automobile: tutta la zona interna alla cinta muraria di Grosseto è una ztl attiva ventiquattr'ore su ventiquattro.

Fortunatamente, subito fuori le mura, ci sono ampi parcheggi gratuiti dopo le ore venti e in teatro si arriva facendo non più di cento passi a piedi.

Il teatro degli Industri è un bel teatro all'italiana, ossia a ferro di cavallo e con i suoi bravi palchetti: una sala da centosessanta posti di platea e tre ordini di palchi senza loggione, in pratica la metà della capienza del teatro Unione. E il nome del teatro non dev'essere casuale: industri lo sono davvero, se si considera che, insieme al teatro Moderno (l'altro teatro di Grosseto, con maggiore capienza), allestiscono un cartellone di ventiquattro titoli, più una rassegna di teatro ragazzi e un laboratorio coreografico.

Chi ha la fortuna di vivere a Grosseto, può andare a teatro tutti i fine settimana da novembre ad aprile, pause natalizie e pasquali escluse.

A Grosseto, in questa stagione, recitano (tra gli altri) attori come Iaia Forte, Luigi De Filippo, Ascanio Celestini, Paolo Poli, Arturo Cirillo, Alessandro Haber, Moni Ovadia, Elio, Pippo Del Bono, e registi come Sepe, Wertmuller, Solari, Tiezzi, Castri.

Due titoli di Shakespeare, uno di Moliére, uno di Beckett, uno di Tofano, e poi Bellocchio, De Filippo, Darwin, Lévi-Strauss e altri ancora che non nominerò per amore di brevità.

Sul programma di sala, veniamo salutati come segue: "Cari amici, è un grande piacere ritrovarvi a teatro. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando il teatro continua ad essere un punto fermo nella formazione della coscienza civile e nell'intrattenimento grazie anche al suo essere spettacolo dal vivo, che parla tutte le sere al suo pubblico attento e interlocutorio". Indi prosegue con informazioni sul sito del teatro e indicazioni per ricevere la newsletter via email.

Il prezzo di una poltrona varia dai 16 ai 20 euro. Prezzi ridotti per giovani sotto i 25 anni e adulti sopra i 60. Il teatro mette a disposizione dei portatori di handicap 5 posti in platea con accompagnatore previa comunicazione alla biglietteria. E' possibile acquistare i biglietti, oltre che in biglietteria: via internet, in un negozio di dischi, in una tabaccheria, alla Coop e anche a Orbetello e Follonica.

Ecco un'amministrazione che investe nella cultura e nella formazione del pubblico.

Quello che vi vengono a raccontare nella nostra città, i tavoli comuni, i coordinamenti, la grande estate viterbese, la stagione del teatro Unione, lo slogan Viterbo città della cultura, i fermenti culturali, il miracolo della cultura viterbese, è aria fritta.

Il nostro assessore alla cultura ha dichiarato. "Viterbo vanta da anni una particolare vivacità nel settore teatrale e dello spettacolo". Ci vuole il coraggio suo per dire una cosa del genere.

Allo stato delle cose, con otto spettacoli in cartellone, senza un progetto a lunga scadenza, con un teatro che apre e richiude manco fosse un monumento del Fai, siamo una città culturalmente in coma profondo, e teatralmente morta salvo faticosi sussulti (privati) estivi, buona tuttalpiù per essere inserita in qualche battuta fatta da comici televisivi o radiofonici di bassa lega quando si voglia sottolineare una realtà particolarmente rozza.

Bisognerà pur fare qualcosa. Oppure non fare nulla e lasciare le cose come stanno.

Però, per piacere, basta frottole.

Alfonso Antoniozzi


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