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Polizia - Sedici dipendenti di un ufficio decentrato della Regione del settore agricolo indagati
Assenteismo, saltavano i tornelli per andarsene
Viterbo - 15 dicembre 2010 - ore 13,15


Il capo della mobile Fabio Zampaglione con il pm Paola Conti
- Assenteismo, saltavano i tornelli per andarsene.

E' così che, questa mattina, sedici persone sono state colpite da diverse misure cautelari nell'ambito dell'operazione Jump sull'assenteismo dal posto di lavoro. Un'attività investigativa scattata nel 2008 in seguito a una segnalazione anonima alla questura di Viterbo.

“Oggi – afferma il pubblico ministero Paola Conti che coordina le indagini – sono state adottate due diverse misure cautelari per le sedici persone coinvolte nell'operazione: otto si trovano agli arresti domiciliari; per gli altri, invece, c'è l'obbligo di firma all'autorità di polizia.

Gli indagati – dice la Conti -dovranno rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato che ha dovuto comunque corrispondere degli stipendi e falso, perché hanno usato tesserini magnetici di altri impiegati per firmare al posto loro, facendoli risultare regolarmente in ufficio quando, invece, non c'erano”.

Le sedici persone, undici uomini e cinque donne, prestavano servizio a Viterbo in un ufficio decentrato della Regione del settore agricolo. Sono tutti residenti tra il capoluogo e la provincia di Viterbo e Roma.

“L'operazione – conclude il pm – è stata denominata Jump proprio per il modo in cui gli impiegati saltavano i tornelli”.

Le indagini, cha andavano avanti da oltre un anno, sono state intensificate dalla mobile nell'ultimo periodo attraverso l'istallazione di telecamere che confermassero le anomalie riscontrate dal sequestro della documentazione degli uffici. “Una volta iniziata l'attività investigativa, avevamo capito che c'era qualcosa che non andava – afferma il capo della mobile Fabio Zampaglione –. Dopo il sequestro delle carte, abbiamo deciso di incrociare i dati acquisiti con le immagini delle telecamere che abbiamo posizionato sopra i tornelli dell'ufficio.

Le riprese – continua – hanno confermato le anomalie, dimostrando che dei dipendenti usavano il badge di altri per far sì che questi figurassero sul posto di lavoro. E' addirittura capitato un caso in cui per uno stesso lavoratore, due diversi impiegati hanno passato il badge a distanza di pochi minuti. Forse non si erano messi d'accordo”.

Le differenti condotte dei lavoratori avrebbero comportato l'adozione di due tipi di misure cautelari. “Per quelli con la posizione più aggravata sono stati applicati i domiciliari – dice Zampaglione -. In quattordici giorni, la loro assenza era di quaranta ore. Tenendo conto che una settimana lavorativa ne ha 36 risultava, in pratica, che prestassero servizio solo una settimana su due. Per gli altri, invece, è stata applicata una misura interdittiva che prevede l'obbligo di firma alla polizia”.


Polizia - Otto dipendenti di un ufficio pubblico agli arresti dimiciliari
Assenteismo, 16 indagati
Viterbo - 15 dicembre 2010 - ore 8,43


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