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Viterbo - Consiglio comunale - Le parole del sindaco Marini - Diretta - Fine
Terme, cambieremo i rapporti tra ente e società
Viterbo - 17 dicembre 2010
Maurizio Tofani
Ore 19.35 - Tocca al sindaco Marini. Per le scelte politiche sulle terme. Uno sviluppo sostenibile.

Le terme Inps. "Lodevole da parte del Comune negli anni passati ottenere la proprietà - spiega Marini - io ho parlato con il presidente Polverini. Ho trovato la giusta attenzione, nei prossimi giorni si arriverà alla risoluzione bonaria tra Regione e Comune.

La Regione non intende modificare il livello organizzativo nella precedente amministrazione.

Per il nostro bacino servono mezzi per un controllo più serrato sui prelievi e tutelare il bacino termale.

Abbiamo chiesto un parere legale per le condizioni messe in atto con la Sgt (Società gestione terme). Stamani abbiamo chiarito punti sul contratto di servizio, andremo avanti nei prossimi giorni.

Abbiamo trovato disponibilità per trovare soluzioni trasparenti, per sviluppare le Terme dei Papi, che è un patrimonio del Comune.

Intendiamo modificare i rapporti tra amministrazione comunale e società che gestisce le Terme. Se ci dovesse essere motivo, apriremo un contenzioso. Al momento non ci sono ragioni. Ricordo sempre che le terme sono del Comune".

Sulle acque che non arrivano all'Inps? Incalca Barbieri. "Non dobbiamo fare confusione - spiega Marini - non riesco a capire se le acque si sono mischiate".


Vincenzo Piscopo, dell'università della Tuscia illustra uno studio sulla potenzialità del sistema e un esame della gestione sostenibile dell'idrotermale.

Si deduce che una portata di settanta litri al secondo è quella ottimale, per preservare il sistema idrotermale.

"La Regione - spiega Ricci (Pd) riferendosi allo studio illustrato dal professor Piscopo - mi preoccupa che non abbia richiesto tra le simulazioni, anche quelle relative all'impianto ex terme Inps. Perché non è stato preso in considerazione?".

A oggi, quanta acqua viene captata e da chi? Lo chiede Maurizio Tofani (Udc). "E chi verifica se la quantità è corretta, rispetto alla quantità prevista?".

Spetta al direttore di miniera. Il controllo alla sorgente Bullicame è effettuato in remoto, attraverso un collegamento gsm. Il resto è fatto sul campo. Al Bagnaccio sono fatti prelievi due o tre volte l'anno".


Ore 18.15 - Arriva la relazione tecnica di Giuseppe Pagano, che dal 1980 si occupa del bacino termale. E' direttore di miniera anche delle terme di Chianciano.

"Quello che raccogliamo oggi - spiega Pagano - è frutto di un cattivo utilizzo trentennale. Negli anni 50, il Bullicame aveva una portata di trenta litri al secondo.

Oggi siamo arrivati a dieci litri secondo. Perché furono fatte perforazioni nel 1953 alle Zitelle, che fecero venire a galla una gran quantità d'acqua. Con preoccupazioni per il Bullicame che continuava a calare. Il pozzo fu chiuso, ma non perfettamente.

Negli anni 80 alle Zitelle scaturivano circa 18 litri al secondo, oggi sono 12.

Tra il 1960 e il 1962, per il potenziamento dello stabilimento Inps fu stabilito di portare 4 litri al secondo dal Bullicame. Furono perforati due pozzi. Gigliola e Uliveto. A 450 metri dal Bullicame. Col risultato che nelle prime settimane il pozzo Gigliola erogò 20 litri al secondo, ma il Bullicame calò a 18 litri secondo.

Quindi il pozzo Uliveto, che dette 20 litri secondo, stabilizzandosi a 12 nel tempo. Ma accadde un fatto importante. La sorgente dell'impianto termale, chiamata Crociata, portava tre litri e mezzo al secondo, scomparve con la perforazione del pozzo Uliveto.

Preoccupazione da parte di chi gestiva l'impianto comunale.

Si decise di perforare un pozzo, da 4 litri e mezzo di acqua termale. Fu denominato pozzetto perché riuscì male, ci furono problemi nello scavo.

Nell'84 arriva la società terme. La sorgente Bullicame portava 12-15 litri secondo.

La delibera comunale assegnava 14 litri alla società terme".


Ore 17.55 - Il Comune si deve dare priorità, anche per progetti a lungo termine. Lo sostiene Enrico Mezzetti. "Diciamo la parola fine all'incubo aeroporto in zona termale - spiega - fino a oggi lo scalo ha costituito un mero alibi per fermarsi su tutto il resto.

Una volta per tutte valorizziamo quello che abbiamo". Secondo studi, a Viterbo la disponibilità d'qcque termali nel sottosuolo è di 85 litri al secondo.

"A Chianciano ne hanno dieci al secondo. Faccio un paradosso. Abbiamo la disponibilità d'acqua per fare otto Chianciano e mezzo.

Non si capisce la subalternità del Comune rispetto a una società privata che gestisce l'impianto termale. Che è importante, ma non può frenare il resto.

In base a relazioni tecniche, la società non capta 14 litri al secondo, ma si arriva a trenta, attraverso la captazione del pozzetto, mai autorizzato, secondo quanto riportato in relazioni tecniche. Operazioni che provocano l'abbassamento delle pozze limitrofi e il prosciugamento di quelli dello stabilimento Inps, Gigliola e Uliveto.

Sono affermazioni gravi che obbligano l'amministrazione a intervenire. A me pare che lo sviluppo termale non possa essere solo quello di una società. Se Chianciano vive con dieci litri al secondo, ce ne sarebbe per tutti".


Ore 17.50 - L'aeroporto non c'é e ha pure frenato tutte le iniziative di sviluppo per Viterbo, in un'attesa infinita. Su questi presupposti, inizia la discussione sulle terme, da parte di Alvaro Ricci (Pd),

"Nulla è stato fatto - ricorda Ricci - per valorizzare le risorse termali. A eccezione delle Terme dei Papi, da tutelare e alcune iniziative da parte di cittadini sul termalismo libero, nulla è stato fatto. Volete gestire l'esistente o avete qualche progetto?".

Città termale. Cosa si intende? "Se intendete gestire l'attuale, siamo lontani. Ho letto un elenco delle città termali e Viterbo non c'era. Molto c'è da fare.

Gli studi della Regione tranquillizzano sulle risorse disponibili. Se distribuite bene, possono servire tutti i progetti a Viterbo. E leggo che ce ne sono molti.

A me interessa che siano utilizzate correttamente le concessioni e che questo non pregiudichi le altre risorse. Questo ci porta alle ex terme Inps. Nel maggio 2009 la proprietà è stata trasferita al Comune.

Nel 2006, rudere com'era, lo stabilimento era valutato quattro milioni di euro. Possiamo valutare che sia oggi arrivato a sei - sette milioni di euro. Proviamo a immaginare cosa sarebbe a livello occupazionale.

Però c'è un punto che mi preoccupa. Non c'è più l'acqua. Pare che il pozzetto è stato riperfofato, prosciugando le due risorse idrotermali dell'ex Inps. Senza acqua, non vale più nulla.

Vorrei capire come se ne esce. Senza penalizzare le Terme dei Papi, pionieri del termalismo e da tutelare. Ma non può essere un tappo a tutte le altre iniziative".

Se non c'è acqua alle ex terme Inps, la proposta del sindaco è di prenderla dalle Zitelle. "Ma chi sosterrà i costi?".


Ore 17.30 - Viterbo città termale, se ne discute in consiglio comunale su richiesta dei consiglieri Mezzetti (Sel) e Ricci (Pd).

Ma la seduta inizia con un ricordo di Luigi Daga. "Per l'impegno politico - ricorda Enrico Mezzetti - che è noto a tutti.

Daga diceva le cose direttamente e questo gli procurava problemi e attacchi. E' sempre stato un uomo di parte, ma nell'accezione migliore del termine, portava avanti con convinzione le sue idee".

Lo ricorda anche Salvatori (Pdl) che parla anche della scomparsa del rumeno morto di freddo al Riello.

"Sono giornate in cui la solidarietà deve diventare da intenzione a effettiva messa in campo di provvedimenti adeguati - dice il presidente Gabbianelli - quindi un minuto di silenzio in loro memoria".


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