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Viterbo - Domenica 19 dicembre
"Il burbero benefico" all'Unione
Viterbo - 17 dicembre 2010 - ore 11,15

Una scena del Burbero Benefico
- Dopo il tutto esaurito per il musical “Alice nel paese delle meraviglie” la stagione del teatro dell’Unione,organizzata dal Comune di Viterbo e da Consorzio Teatro Tuscia, prosegue domenica 19 dicembre alle 16,45 con la messa in scena dell’opera goldoniana “Il burbero benefico” nell’interpretazione di Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini per la regia di Matteo Marasco.

Iburbero benefico di Carlo Goldoni è un capolavoro assoluto, mai abbastanza frequentato dai teatranti.

E’ una straordinaria commedia di caratteri, che descrive un mondo vacuo e corrotto dove soltanto un uomo, retto e puro, Geronte, si staglia moralmente. Commedia scritta inizialmente in francese per il debutto parigino alla Comedie Francaise, fu molto applaudita da Metastasio e Voltaire, e il Da Ponte ne trasse un libretto per l’Opera di Vienna, musicato da Martin y Soler, il Mozart di Valencia.

“Nella nostra versione scenica – scrive Matteo Marasco nelle note di regia - la commedia di carattere si trasforma in commedia con canzoni e musiche originali, in una giostra di generi e stili che s’intrecciano a “corrompere” e reinterpretare il settecento.

Il mondo e la società descritti dal Goldoni – e che Geronte definisce “abisso orribile” – è un mondo colorato ed eccessivo, pieno di sfarzo e vuoto di valori, dove la sordida fluorescenza del marcio prende il sopravvento, trasformando le persone in “cartoon” grotteschi.

Il “burbero” Geronte non vuole partecipare al gioco perverso di un mondo senza più regole, dove il denaro corrompe i cuori, ma preferisce nascondersi nella sua passione infantile e pura, il gioco degli scacchi, dove ciascuna persona, ciascun carattere - la dama, il re, la regina – sono esattamente come appaiono e si muovono nella scacchiera delle norme condivise, senza sotterfugi. Il conflitto tra essenza ed apparenza è la trama segreta che attraversa la commedia di Goldoni: nulla è come appare.

Il “burbero benefico” vive in quel territorio di confine che va dall’ “essere e non essere” di Amleto al Vitangelo Moscarda del Pirandelliano “Uno, nessuno e centomila”.

Con sublime ironia e frizzante comicità, Goldoni regala un personaggio grandioso, che con un sorriso e una smorfia, cerca di rispondere alla più arcaica domanda dell’essere umano: “Chi sono io?” Il nostro "Burbero Benefico" – prosegue il regista - si svolge in quello che possiamo definire il magazzino dei commerci tralasciati, un luogo in cui gli affari si sono fermati; un luogo dove i beni di consumo non circolano più: rimangono le casse e i bancali, retaggi di un’età dell’oro che è oramai solo memoria, contenitori di un contenuto oramai destituito di senso.

In questo luogo di mezzo tra memorie gloriose e futuri incerti si incrociano i libertini del tempo nuovo e i laconici signori di un passato polveroso ed ingrigito. Il burbero Geronte è un vecchio mercante malato che non vuole più commerci con il mondo nuovo.

Nella nostra versione la commedia di Goldoni diviene una commedia musicale nel tempo della crisi, che descrive un mondo di disoccupati: Il vecchio Geronte non lavora più, perché oramai in pensione, e vive oculatamente di ciò che ha accumulato in una vita di fatiche.

Suo nipote Leandro sperpera l’eredità paterna e non lavora, perché incapace di entrare nel mondo per paura, deboscia e inettitudine. Angelica è ancora troppo giovane per lavorare, Costanza è una mantenuta, Valerio vive delle ricchezze di famiglia, Dorval gioca a scacchi e la sua flemma non gli consente alcun impiego.

Goldoni – conclude - descrive un mondo in cui soltanto i servi Martuccia e Piccardo lavorano e i loro nomi risuonano urlati dal padrone Geronte, quasi come un sos in mezzo ad un mare di vuoto”.

Informazioni: botteghino teatro tel. 0761 340170 – 0761 307701 aperto dal lunedì al sabato (15,30 – 19) . Info line: 335 474640 328 7750233


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