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Viterbo - Il consigliere Mario Quintarelli invita ad accelerare i tempi
Termalismo, un'occasione da cogliere al volo
Viterbo - 19 dicembre 2010 - ore 17,05

Riceviamo e pubblichiamo
Mario Quintarelli
- Il termalismo è una pratica dalle origini molto antiche: l’uso delle acque termali a scopo curativo ebbe inizio nell’antica Grecia.

A partire da quel momento le acque termali sono diventate sinonimo di salute e benessere; secondo le usanze religiose, un bagno dell’acqua termale serviva a purificare l’anima e arricchire la salute fisica e spirituale dell’uomo.

Da sempre le terme sono un patrimonio di utilità e risorsa sociale: sono note affinchè tutti ne possano usufruire.

Il termalismo oggi è estremamente diffuso forse perché il ritmo frenetico della vita ci spinge a ricercare momenti di isolamento in ambienti tranquilli, vicino a quella natura incontaminata che tanto desideriamo: inoltre il benessere generale ottenuto con acque termali e fanghi si protrae per lunghi periodi nelle stagioni più fredde dell’anno.

L’utilizzo delle acque termali riequilibra molte funzioni nell’organismo umano, non ha effetti collaterali nocivi, non ci “inquina” come possono fare i farmaci della medicina tradizionale.

Le cure seducono ormai per la loro capacità di svago e di relax. Sono sempre più numerosi gli italiani che optano per questi brevi soggiorni nei centri termali in quanto le cure relax sono utili a tutti i curisti alla ricerca di benessere e appagamento.

Viterbo presenta un patrimonio in fonti termali forse tra i più ricchi di Italia, sia dal punto di vista numerico che per la qualità dell’acqua.

Il loro utilizzo non può essere limitato all’esclusivo uso terapeutico senza una decisiva valorizzazione dal punto prettamente turistico.

Oggigiorno le terme rappresentano invece una meta turistica per un gran numero di persone che a esse si avvicinano con obiettivi di consumo nuovi e più sofisticati rispetto a quelli riscontrabili fino a poco tempo fa, limitati alla sfera patologica.

I tradizionali centri termali si sono trasformati in centri di benessere, con enorme possibilità di sviluppo di mercato.

La modernizzazione e la creazione di nuovi centri termali rappresentano una priorità politica.

Tale target è possibile se si otterranno tutti quei criteri atti a valorizzare le fonti termali nonché la creazione di nuovi complessi ricettivi. Tale valorizzazione deve altresì tradursi in qualità e sicurezza dell’acqua.

Il costante monitoraggio analitico deve puntare al miglioramento dello stato delle acque e proteggerle da eventuali contaminazioni e abusivismo improprio.

Viterbo si doveva candidare ad avere un ruolo di guida tra le realtà termali del Lazio e nazionali, questo avrebbe permesso oltre al movimento turistico di migliaia di presenze, la creazione di centinaia di posti di lavoro a cui andava sommato l’indotto prodotto da alberghi, ristoranti, servizi e così via.

Il termalismo è un fenomeno che ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo nella ricerca del benessere. Viterbo fino ad oggi non è stata capace di cogliere quello che altri centri termali fanno da decenni nel campo del termalismo.

Da quello che ricordo io degli anni ’70, nel convegno “Viterbo città termale” si parlava di proposte che erano definite vecchie, quando si discuteva di sviluppo di terme Inps, della sorgente del Bagnaccio, di quella delle Zitelle, delle piscine Carletti e così via.

Allora le famose terme comunali (attualmente terme dei Papi) erano costituite da poco più di una palazzina per le cure e dagli spogliatoi per la piscina.

A distanza di circa 40 anni sono state ristrutturate le ex terme comunali, chiuse quelle dell’Inps e il conseguente sviluppo della città termale si è fermato qui.

Nonostante i vari appelli da parte di gruppi, associazioni, incontri con il prefetto, si assiste ancora allo spettacolo indecoroso di decine di litri di acqua termale delle Zitelle che vanno perse ogni minuto, alla callara del Bullicame la cui area circostante è spesso meta di teppisti, soltanto le buone intenzioni dei volontari mantengono le piscine Carletti, il Bagnaccio e le Masse di San Sisto.

Certamente non è questo che i cittadini viterbesi e le sue preziose acque si meritano, questa non è politica termale pertanto appare vecchio e anacronistico parlare ancora di città termale.

Indubbiamente parlare di sviluppo termale appare abbastanza difficile, tenuto conto che già esistono centinaia di centri termali sparsi per la nostra nazione che hanno saputo cogliere l’opportunità di sviluppo grazie a quello che madre natura ha offerto.

Tenuto conto pure che nella zona termale dovrebbe sorgere il terzo scalo aeroportuale del Lazio, così come sempre confermato dal sindaco e dall’Assessore preposto, non si riesce a capire come possa avvenire lo sviluppo della città termale.

Una cosa è certa, che le nostre risorse termali non sono state mai obiettivi primari di sviluppo di questa bellissima città da parte dei politici.

È ancora una volta che parlo con rammarico di questa mancata occasione credendo ancora nelle forze di ognuno di noi a prescindere dal colore politico, dall’incarico ricoperto possa profondere per lo sviluppo termale.

È solo attraverso le nostre sinergie che possiamo far si che effettivamente sia realizzata questa città termale. È questo il nostro futuro e sviluppo. È questo quello che dobbiamo lasciare ai nostri figli e che la natura ci ha dato e che dobbiamo salvaguardare e utilizzare per il bene nostro e della collettività.

Sbrighiamoci, acceleriamo i tempi, abbiamo già perso molte occasioni di sviluppo. Una cosa è certa è da secoli che abbiamo questa fortuna e che ancora una volta non possiamo gettarla al vento.

Mario Quintarelli
Consigliere comunale Pd


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