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Cna - Gentili: Il settore delle costruzioni ha bisogno di politiche per lo sviluppo
Successo della manifestazione degli Stati generali delle Costruzioni
Viterbo - 1 dicembre 2010 - ore 16,30

- E’ stata la prima volta. Migliaia di imprenditori e lavoratori del mondo delle costruzioni hanno manifestato uniti, questa mattina, a Roma, di fronte a Montecitorio, per denunciare che le promesse del governo non sono state mantenute e per chiedere che si adottino con urgenza i provvedimenti necessari a far ripartire un comparto vitale, che ha registrato il crollo degli investimenti pubblici e ha visto andare in fumo già 250mila posti di lavoro.

In piazza, c’era anche una delegazione della Cna Associazione Provinciale di Viterbo. La Cna è, infatti, tra le 14 sigle riunitesi, più di un anno e mezzo fa, negli Stati Generali delle Costruzioni, soggetto organizzatore dell’iniziativa di oggi. E il presidente nazionale di Cna Costruzioni, Rinaldo Incerpi, è intervenuto dal palco durante la protesta.

“Il futuro si costruisce insieme. Rilanciamo il lavoro, sosteniamo l’edilizia”: questa la parola d’ordine. “Ci vogliono risposte chiare, fatti, da parte del governo, per diradare le nebbie che ci impediscono di guardare al futuro”, dicono Enio Gentili, presidente provinciale e regionale, nonché vicepresidente nazionale, di Cna Costruzioni, e Maurizio Mancini, responsabile provinciale, presenti con gli imprenditori della Tuscia.

“Negli ultimi anni, il taglio degli investimenti pubblici è stato pesante, con percentuali del 6 per cento nel 2008, del 7 nel 2009 e del 4,9 nell’anno in corso. Né sono positive le previsioni per il 2011, che segnalano un ulteriore calo del 3 per cento.

Servono politiche per lo sviluppo -sottolinea Gentili-. C’è bisogno, innanzitutto, di un piano di opere pubbliche, soprattutto piccole e medie, mai finanziato sebbene programmato dal Cipe. Risorse importanti possono essere sbloccate, secondo noi, se si ammorbidisce il patto di stabilità che vincola gli enti locali, per consentire la realizzazione di interventi legati alla tutela e alla conservazione del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali e artistici”.

Pesa sul settore anche il ritardo nei pagamenti. Le imprese -è stato ribadito stamani- non possono fallire per non far fallire lo Stato. Una cosa che l’Italia può fare subito, per esempio, è “recepire -osserva Mancini- la direttiva sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, che prevede, per il pagamento dei fornitori da parte della pubblica amministrazione, il termine massimo tassativo di 30 giorni, estendibile a 60 in circostanze eccezionali”.

E’ stata una giornata importante, quella di oggi, che ha visto insieme artigiani, piccoli e medi imprenditori, cooperatori e lavoratori dipendenti. “Abbiamo voluto esprimere la nostra grande preoccupazione per questo momento difficilissimo. Ci auguriamo –concludono Gentili e Mancini- che tutte le forze politiche si decidano a guardare in faccia la crisi”.


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