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Viterbo - Anche la facoltà di Beni culturali sarà impegnata nei lavori
Restauri a Pompei, l'Unitus c'è
Viterbo - 20 dicembre 2010 - ore 13,30

- Nel restauro, dopo il crollo, della cosiddetta casa dei gladiatori (schola armaturarum) a Pompei è impegnata anche la facoltà di Conservazione dei Beni culturali dell’università degli studi della Tuscia.

E’ stata avviata infatti una proficua collaborazione con la competente Soprintendenza archeologica di Pompei. Sono state svolte indagini da parte di docenti e allievi (dottorandi, laureati, studenti) del settore archeologico con l’impiego delle attrezzature del Laboratorio grafico e fotografico della stessa Facoltà.

Gli interventi sul campo sono consistiti nel rilievo topografico e di dettaglio (cioè nell’analizzare e documentare muro per muro, centimetro per centimetro, dalle fondamenta agli alzati) e in elaborazioni grafiche e fotografiche di un complesso abitativo dell’area centrale della città campana: la domus Cornelia (insula IV, 15, nella regio VIII).

I risultati sono pubblicati in un apposito volume (autrici Chiara Dall’Armellina e Tiziana Mastracci) edito nella collana “Supplementi di Daidalos” dal Dipartimento di scienze del mondo antico. Analoghi studi sugli edifici adiacenti sono in corso di completamento, mentre altri aspetti di quella straordinaria officina archeologica costituita dai resti dell’antica Pompei sono oggetto di studi a tavolino (su testimonianze epigrafiche e di cultura materiale).

Scopo delle documentazioni topografico-monumentali è stato quello di fornire un’affidabile e indispensabile base conoscitiva per la progettazione e l’esecuzione di interventi conservativi, di consolidamento e di restauro.

“E’ ormai chiaro a tutti - sottolinea il preside della facoltà di Conservazione dei Beni Culturali Alfio Cortonesi - che non servono progetti speciali e commissari straordinari (con le procedure speciali della Protezione civile), quanto il ripristino dell’ordinaria manutenzione e di un’efficiente gestione.

L’Università della Tuscia - prosegue Cortonesi - può fare la sua parte con competenze, professionalità e anche attrezzature, con i suoi archeologi e non solo con essi; vi sono infatti competenze per la diagnostica e il restauro (si intervenne per gli affreschi di Assisi).

Di fronte all’emergenza che inizia a manifestarsi, lasciando prevedere di peggio, va ritrovato - ha specificato Cortonesi - il concreto spirito di rinascita e di collaborazione che ha caratterizzato alcune fasi costruttive della storia italiana, dagli interventi dell’Italia post-unitaria a quelli realizzati subito dopo il terremoto del 1980, in Irpinia, che colpì pesantemente anche Pompei".


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