Oltre alla valenza etica ed economica a mio avviso sarebbe un grave errore tralasciare l’impatto ambientale che ne deriva da questi inammissibili ma continui comportamenti; basti pensare che una sola tonnellata di rifiuti alimentari genera circa 4 tonnellate di Co2.

Cattive abitudini nonostante la crisi economica, ogni anno infatti vengono buttati 25 milioni di tonnellate di cibo consumabile, l’equivalente della metà di alimenti che importa l’intera Africa; cittadini, negozi, alberghi, ristoranti, ognuno contribuisce in parte a questo spreco inaccettabile.

Diciamo che è un vero schiaffo alla miseria, nel periodo delle festività ben il 25 % di tutti gli alimenti acquistati finiscono nella spazzatura, ditemi voi se questo non è contraddittorio con la crisi che viviamo quotidianamente.

Con un semplice appello so che non si può risolve questo problema ma occorre prendere coscienza mediante politiche attente al risparmio, alla moderazione, contrariamente a quello che i mass media ci propongono tutti i giorni.

Giovanni Francola
Consigliere provinciale Idv