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Viterbo - Lino Rocchi (Usb) sul piede di guerra
Provincia, pronti a lottare per i precari
Viterbo - 20 dicembre 2010 - ore 17,30

Riceviamo e pubblichiamo - Mentre sui giornali va in onda il poco edificante show degli assenteisti eccellenti all’assessorato all’agricoltura Lazio, in Provincia ci sono molti lavoratori precari che stanno sulle spine per le loro sorti lavorative e rischiano di passare un brutto Natale.

Non è un bel vedere, nonostante le assicurazioni verbali del presidente Meroi, ad oggi 20 dicembre i lavoratori i cui contratti scadono il 24 od il 31 dicembre non ci risulta abbiano avuto nessuna comunicazione in merito, quindi, ad oggi, su questi lavoratori pendono due scuri, la prima quella di temere di non veder rinnovato il loro contratto, la seconda quella voluta dalla legge 183/2010 il cosiddetto “collegato lavoro”, che all’art. 32 prevede con un colpo di spugna, passati 60 giorni dall’entrata in vigore, che non avranno più la possibilità di far valere i loro diritti e di vedere ripristinato il rapporto di lavoro con una delle aziende per la quale hanno lavorato con contratti a tempo determinato, a somministrazione, co.co.pro, a partita iva, e così via.

La Usb è pronta, con i propri legali, insieme ai lavoratori precari che lo vorranno, per fare la lettera raccomandata entro il 23 gennaio 2011 a una o a tutte le aziende presso cui hanno lavorato negli ultimi due/tre anni; e poi entro 270 giorni, predisporre una o più cause per ottenere il ripristino del rapporto di lavoro con un contratto di assunzione a tempo indeterminato. (Per i mesi non lavorati che hanno perso nel frattempo la legge prevede da un minimo di 2,5 a un massimo di 12 mensilità).

Non stiamo offrendo false aspettative, i motivi per i quali molti Giuristi sostengono che nella stragrande maggioranza dei casi potremmo avere ragione, sono supportate dal fatto che di fronte ai pochi lavoratori che hanno fatto causa, in genere le aziende hanno preferito offrire soldi per evitare la sentenza e quando invece si è andati a sentenza le aziende si sono viste condannare per qualche vizio di sostanza o di forma.

La certezza al 100% non c’è, ma se hanno fatto la legge è perché hanno la coda di paglia e Governo e padronato preferiscono la via del colpo di spugna pensando che molti precari non se la sentiranno di fare causa, perché pochi avrebbero voglia di rientrare con una causa nell’azienda nella quale ti guarderebbero male e la poca informazione su questa legge che l’inerzia di certi sindacati produce, certo non aiuta.

Lino Rocchi
Usb Viterbo


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