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Viterbo - L'indagine di Confersercenti
A Natale vince l'utile
di Giuseppe Ferlicca
Viterbo - 21 dicembre 2010 - ore 19,00

Vestri e Peparello alla presentazione dell'indagine sul Natale
- Più ragione che sentimento. Per i regali di Natale, la scelta dei viterbesi va verso l'oggetto utile. Tiene il tecnologico, così come i giocattoli l'alimentare, specie i prodotti tipici, mentre l'abbigliamento fatica, aspettando i saldi.

Sotto l'albero, l'indagine Confesercenti consegna un quadro che sugli acquisti per la festa più importante dell'anno, oscilla tra prudenza e un po' d'ottimismo da parte di chi deve mettere mano al portafogli.

“La situazione nel capoluogo è comune al resto d'Italia – spiega il presidente Confesercenti Viterbo Pierpaolo Vestri – con alcune specificità, legate alla difficoltà nel raggiungere le zone commerciali caratteristiche in centro.

Tutti stiamo assistendo al caos del traffico in questi giorni. Effetto di una mancata programmazione nel concentrare in tre agglomerati la zona commerciale. Catalizzano tutta l'attenzione, non solo da Viterbo. Poi al corso vanno in pochi.

Il Comune ha raccolto la nostra proposta istituendo il bus navetta e lo abbiamo apprezzato”.

Ma il Comune non può risolvere i problemi dei consumatori. “L'abbigliamento va a rilento – osserva Vestri – visto che a gennaio partono i saldi. La spesa media per i regali di Natale si aggira tra i quindici e i venti euro. Che sale fino a centocinquanta per le persone più care.

Il settore tecnologico stimola il consumo, anche se la scelta di beni voluttuari è differita e si compra sempre meno d'impulso e più con la ragione”.

E sopratutto con prudenza. “Si guarda molto al reddito familiare – osserva il segretario provinciale Vincenzo Peparello – non a caso una fetta importante dei 40 miliardi che gli italiani ricevono come tredicesima, va per spese di gestione familiare. Sei comunque sono destinati a regali”.

Con caratteristiche specifiche: “Beni utili, durevoli e parte della spesa va per cibo e vino. Nella nostra provincia aumenta l'acquisto di prodotti di qualità e l'agroalimentare attira anche acquirenti tra 25 e 34 anni, in crescita”.

Sul dove si acquista, c'è qualche timore. “La grande distribuzione guadagna spazi, ma questo non significa occupazione certa. Dei due milioni che lavorano nel commercio, la gran parte è nella piccola e media impresa”.

Sul fronte turismo, calo dell'8%, ma aumenta la spesa pro capite, da 630 a 810 euro in media.

Tra Natale e la Befana, si resta di più in Italia rispetto al passato (77%). Possibilmente alloggiando da parenti o amici.


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