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L'angolo della psicologia
Comunicare con le mani
di Angelo Russo
Viterbo - 22 dicembre 2010 - ore 3,10

Angelo Russo
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- Comunicare con le mani.

Un bravissimo Claudio Bisio, cittadino lombardo, nel suo ultimo film, "Benvenuti al sud", a un certo punto imbarazzato guarda i suoi interlocutori meridionali, ormai diventati amici, dicendo: ho detto di voi degli stereotipi, dei luoghi comuni che diciamo al nord, che siete un po’ basici, terra-terra, che gesticolate quando parlate….

E’ vero: muovere le mani quando si parla, almeno per noi italiani, è un modo abbastanza usuale di accompagnare la parte verbale. Poi secondo le regioni c’è chi esagera.

Per tutto il mondo occidentale, tra le varie forme di linguaggio quello effettuato con le mani occupa un posto di rilievo.

Attraverso la lettura degli innumerevoli segnali che le dita esprimono, è possibile cogliere alcuni aspetti importanti della comunicazione, oltre a sentimenti e stati d’animo.

Contrariamente alle parole, che possono essere confezionate ad arte per mentire, le mani, come tutti gli altri gesti inconsci, caratterizzano il pensiero più vicino alla realtà.

Ecco alcuni esempi di movimento delle mani e il significato simbolico intrinseco nella gestualità:

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La persona che giocherella in questo modo con le dita, potrebbe aver perso il filo del discorso. Mostra di essere alla ricerca di una certa sicurezza che fatica a trovare. E’ anche sintomo di un lieve imbarazzo.

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Portare le dita e in particolare l’indice a sfiorarsi il naso o davanti alla bocca potrebbe nascondere l’imbarazzo nel dire una bugia. Di solito quando i bambini dicono una bugia portano l’intera mano sulla bocca. Inconsciamente gli adulti bloccano questo gesto, che vive di antiche memorie, ma riescono a farlo solo in parte: o cambiano direzione all’ultimo istante sul naso, oppure coinvolgono nel gesto solo un dito anziché l’intera mano.

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Le punta delle dita di entrambe le mani che si toccano in prossimità del mento. Questo atteggiamento è usuale nella persona che crede di sapere tutto. E’ prodigo di consigli e pensa, su ciò ha detto, che gli altri devono essere per forza d’accordo con lui. Sintetizzando è come se dicesse: ti sto ad ascoltare ma la verità è solo la mia.

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Le mani nelle tasche, durante un colloquio, sono segno d’imprevedibilità. La persona che assume quest’atteggiamento non vuole aprirsi troppo ma restare in una fase di attesa.

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Indice sulla guancia e medio vicino alla bocca. Questa persona sembra riportare un’impressione negativa dal discorso che sta ascoltando. E’ come se pensasse dell’interlocutore: ma che cavolo sta dicendo. Il pollice sotto il mento è la spia del suo essere critico.


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