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L'opinione di un candido democristiano
Meno Parlamento, meno democrazia
di Renzo Trappolini
Viterbo - 26 dicembre 2010 - ore 2,00

Renzo Trappolini
- Camere chiuse fino al 10 gennaio, ma prevedibilmente inattive fino a quando la corte costituzionale non deciderà se Berlusconi può evitare di farsi processare per fatti che non rientrano nell’attività di presidente del consiglio e fino a che resta a Palazzo Chigi.

Se la decisione sarà negativa, altre discussioni in tv (già preannunciate) proseguendo con il sostanziale “fermo Camere” iniziato da casa Tulliani a Montecarlo alla vigilia dell’estate 2010 e destinato a durare fino al luglio 2011, se l’azionista di maggioranza, Umberto Bossi, imporrà le elezioni.

Ai tempi della prima repubblica, un giovane di quelli che si formavano alla politica dentro le sezioni di partito, durante una delle riunioni serali lamentò che il parlamento non tenesse seduta nei periodi di crisi di governo.

Il senatore che ascoltava affettuosamente gli disse ”Meglio: camere chiuse, meno spese e meno danni”.

Può darsi che anche dalle parti di Tremonti la pensino così, ma meno attività parlamentare è sì uguale a meno spese e meno deficit, però anche a meno riforme e meno crescita.

Cioè, meno investimenti e meno occupazione, oltreché meno democrazia.

I politici, da un lato continuano a salmodiare parole retoricamente preoccupate per la crisi e insulti tra loro, cominciando dai colleghi di partito, dall’altro aspettano di raddoppiare, con le elezioni anticipate, i rimborsi elettorali, dai quali non hanno voluto distogliere neanche venti milioni di euro per la ricerca universitaria.

Merito questo dell’opposizione, quella che non ha votato la riforma Gelmini.

A Cipputi, l’eroe in tuta della “una volta” di sinistra, l’ideatore Altan fa dire che, ormai, le scatole non gli girano più. Infatti, ha staccato la spina e non andrà a votare. Tanto, mo' vene Natale e nun tene denari….

Buone feste a tutti, nel paese di santi, poeti, navigatori,… zii e cognati e di un quarto della produzione che non paga le tasse.

Renzo Trappolini


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