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Viterbo - Chiricozzi, Pillon, La Malfa e Traini contro l'isolamento ferroviario della Tuscia
No alla soppressione della Roma Nord
Viterbo - 29 dicembre 2010 - ore 13,40

Riceviamo e pubblichiamo
- La ferrovia Roma Nord rischia di essere soppressa tra Civita Castellana e Viterbo, isolando una gran parte del territorio viterbese, già carente di infrastrutture.

I previsti finanziamenti della Regione, di cui sembra ci sia un forte ridimensionamento sono destinati alla tratta Roma-Sant'Oreste tutta in provincia di Roma.

Quindi la provincia di Viterbo nella migliore delle ipotesi rischia di non avere un euro di investimento per la Roma Nord, nella peggiore di avere la tratta ferroviaria chiusa.

Si tratta di una situazione intollerabile e ci stupiscono quei politici che annunciavano come un grande successo per il viterbese i soldi per la Roma Nord destinati a Roma.

Noi al contrario, crediamo nel rilancio della Roma Nord e delle altre ferrovie, sopratutto per il territorio viterbese, cosi malmesso e crediamo che per salvare la tratta Civita Castellana - Viterbo occorra integrare la Roma Nord con le altre linee, creando un effetto rete.

La proposta della ferrovia Circumcimina,che si avrebbe connettendo le tratte Capranica - Fabrica (ferrovia Civitavecchia - Orte, che sembra finalmente in corso di completamento e di riapertura), Fabrica - Viterbo, Viterbo -Capranica: un vero anello ferroviario.

Inoltre con la realizzazione della fermata "Ospedale Belcolle" (la ferrovia passa vicino), gran parte dei centri del viterbese avrebbero un comodo servizio pubblico per l'ospedale di riferimento, oggi irraggiungibile con i mezzi pubblici.

L'investimento è modesto, dovendo solo fare qualche centinaio di metri di raccordo e realizzare un sottopasso stradale a Viterbo, dove adesso vi è il passaggio a livello di piazzale Gramsci.

Investimento modesto, ma dalle ricadute importantissime per il viterbese. In pochi minuti si raggiungerebbe l'ospedale Belcolle da centri come Soriano, Vitorchiano, Vignanello, Civita Castellana, Ronciglione, Sutri, Vetralla. La stessa città di Viterbo, riaprendo stazioni chiuse come La Quercia, San Martino, Tobia, o creandone di nuove come piazza Crispi, avrebbe un servizio quasi metropolitano, capace di essere una valida alternativa al mezzo privato.

Naturalmente occorrono treni adatti, capaci di rapide accelerazioni e di facilità di salita e discesa dei viaggiatori, ma il tutto farebbe divenire la nostra provincia una avanguardia in termini di trasporto di massa. 

Facciamo pertanto un appello ai sindacati, per cui la salvezza della tratta Civita Castellana è fondamentale di fare propria questa proposta e di sostenerla.

Appello che facciamo anche agli enti locali, toccati dalle linee ferroviarie, perché la mobilità dei cittadini è un bene irrinunciabile, soprattutto in un territorio come il viterbese.

Raimondo Chiricozzi
Ennio La Malfa
Gabriele Pillon
Giacomo Traini


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