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Omicidio Rizzello - La prima udienza il 13 gennaio 2011
Giudizio immediato per la Michta e De Vito
Viterbo - 2 dicembre 2010 - ore 12,15

Trentenne uccisa a coltellate davanti alla figlia di 14 mesi
Dossier Omicidio Rizzello
Giorgio De Vito
Mariola Henrycka Michta
Marcella Rizzello, la donna assassinata in casa il 3 febbraio scorso
- Giudizio immediato per la Michta e De Vito.

I due indagati nell'ambito del delitto Rizzello andranno direttamente al dibattimento, la cui prima udienza è stata fissata per il 13 gennaio 2011.

Il rito alternativo è stato chiesto dal pm Renzo Petroselli, che indaga sul caso dal 3 febbraio scorso. Da quando, cioè, la trentenne di Civita Castellana Marcella Rizzello fu trovata morta nella sua villetta dal suo compagno, accanto alla figlia di 14 mesi che piangeva disperata.

Tre mesi dopo, finirono in manette il 34enne napoletano Giorgio De Vito e la sua ex compagna polacca Mariola Henryka Michta, per omicidio in concorso e rapina.

Nei tanti interrogatori davanti al pm, la donna ha ribadito, ogni volta, la sua estraneità all'omicidio.

La Michta ha sempre sostenuto di essere succube di De Vito che, anche la mattina del 3 febbraio, l'aveva minacciata di morte, se non avesse acconsentito a entrare con lui in casa Rizzello per rubare. Alla fine, la donna ha detto di aver ceduto. Di essere entrata nella villetta. Ma, come da lei stessa riferito al pm, è scappata poco dopo.

L'esecutore materiale del delitto, secondo Petroselli, sarebbe il suo compagno, il 34enne napoletano. Una tesi confermata anche dalla presenza del dna di De Vito sulla scena del delitto.

L'uomo, però, ha sempre rispedito le accuse al mittente, costruendosi, di volta in volta, un alibi diverso per giustificare le sue tracce biologiche nella villetta. Prima tirando in ballo un fantomatico fratello gemello di Aversa. Poi, dicendo di non essere mai entrato in casa Rizzello perché, quel giorno, era rimasto a casa a dormire.

La perizia del medico legale Saverio Potenza, sul sangue trovato nella villetta, ha confermato l'assenza di tracce riconducibili alla Michta. L'unica firma biologica sulla scena del delitto è quella di De Vito. Poche tracce di sangue lasciate su un asciugamano dove l'arrestato si era asciugato le mani. Senza accorgersi, però, di essersi tagliato nella violenta colluttazione con Marcella.

La vicenda prosegue, ora, in tribunale, davanti alla corte d'assise, il prossimo 13 gennaio.

I legali della Michta, con tutta probabilità, chiederanno il rito abbreviato.


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